Se non si interviene drasticamente, nel 2030 non si riuscirà a contenere l’aumento della temperatura globale a 1,5°C.
Se non si interviene drasticamente, nel 2030 non si riuscirà a contenere l’aumento della temperatura globale a 1,5°C.
L’uno per cento più ricco della popolazione mondiale è responsabile di oltre il doppio dell’inquinamento da carbonio rispetto alla metà più povera dell’umanità. Tra il 1990 e il 2015, un periodo senza precedenti in cui l’umanità ha duplicato la quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera, sessantatré milioni di individui hanno degradato l’aria in maniera molto più pesante rispetto a tre miliardi e cento milioni di persone.
Il nuovo rapporto di Oxfam Confronting carbon inequality rivela questi dati allarmanti, basati su una ricerca condotta con lo Stockholm Environment Institute. I numeri sono tanti e impietosi. Sempre quell’uno per cento più ricco ha emesso tanta anidride carbonica quanta tutta la popolazione dell’Unione Europea, mentre il dieci per cento più ricco è responsabile di oltre la metà delle emissioni totali, che sono aumentate del sessanta per cento nell’arco dei venticinque anni considerati. Il problema più grave è che, con questi livelli di inquinamento da carbonio, l’obiettivo fissato dai governi nell’accordo di Parigi di contenere l’aumento della temperatura globale a 1,5°C fallirà nel 2030, tra soli dieci anni.
La crisi climatica, insomma, è alimentata da una ricca minoranza e a pagarne il prezzo sono le comunità più povere e i giovani. L’attuale aumento di 1°C del riscaldamento globale ha portato quest’anno cicloni mortali in India e Bangladesh ed enormi sciami di locuste che hanno devastato i raccolti in tutta l’Africa, oltre a ondate di calore e incendi senza precedenti in Australia e negli Stati Uniti. Per di più, all’indomani di un disastro le donne corrono maggiori rischi di violenze e abusi.
La decennale ricerca da parte dei governi di una grossolana crescita economica fonte di diseguaglianza e ad alta intensità di carbonio non è davvero più sostenibile. Per mantenere accesa la speranza di un contenimento della temperatura globale entro il 2030, il dieci per cento più ricco dovrebbe diminuire di ben dieci volte le proprie emissioni. L’inquinamento da carbonio dovrebbe essere quindi tagliato di un terzo. Per fare questo, i governi devono affrontare questioni cruciali come i trasporti, che oggi rappresentano circa un quarto delle emissioni totali nel mondo, legate per la metà al dieci per cento più ricco. Un futuro migliore, quindi, è possibile solo se il sistema economico precedente la pandemia sarà fortemente ripensato.
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