L’1% più ricco detiene oltre il doppio della ricchezza del 90% dell’umanità

I dati sconcertanti rivelati dal nuovo report di Oxfam mostrano come la disuguaglianza economica stia crescendo in molti Paesi.

Nel mondo, l’1% più ricco detiene oltre il doppio della ricchezza posseduta dal 90% dell’umanità, pari a 6,9 miliardi di persone. 2.153 persone hanno più ricchezza di 4,6 miliardi di persone, ovvero il 60% della popolazione globale. Il patrimonio delle 22 persone più facoltose è superiore alla ricchezza di tutte le donne africane.

Questi sono i dati sconcertanti rivelati da Oxfam nel report Avere cura di noi sulla ricchezza nel mondo tra giugno 2018 e giugno 2019. La disuguaglianza economica cresce in molti Paesi e questo mette a repentaglio i progressi nella lotta alla povertà, mina la coesione e la mobilità sociale, alimenta un profondo senso di ingiustizia e insicurezza, genera rancore e aumenta l’appeal di proposte politiche populiste o estremiste.

Considerando che il 46% delle persone vive con meno di 5,50 dollari al giorno, è evidente che milioni di lavoratori non vedono adeguatamente ricompensati i propri sforzi e non beneficiano della crescita che da tempo è tutto fuorché inclusiva. Per di più, esiste una questione legata al lavoro scarsamente riconosciuto delle donne, in particolare relativo all’impiego domestico sottopagato e a quello di cura non retribuito.

Basti pensare che, a livello globale, le donne impiegano 12,5 miliardi di ore in lavoro di cura non retribuito ogni giorno, un contributo all’economia globale che vale almeno 10,8 trilioni di dollari all’anno, tre volte il valore del mercato globale di beni e servizi tecnologici. Di fatto, il 42% delle donne non può nemmeno lavorare perché deve farsi carico della cura di familiari come anziani, bambini, disabili (solo il 6% degli uomini si trova nella medesima situazione).

Ma le politiche veramente mirate a combattere le disuguaglianze tra ricchi e poveri sono appannaggio di solo di pochissimi governi. E il modo in cui il nostro modello economico considera il lavoro di cura va ripensato, soprattutto perché la domanda di questo tipo di lavoratori, non retribuiti o sottopagati, è destinato a crescere nel prossimo decennio, vista la crescita della popolazione globale e dell’invecchiamento.

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