L’Africa si sta riscaldando più velocemente della media globale nonostante sia responsabile solo del 4% delle emissioni di gas serra.
L’Africa si sta riscaldando più velocemente della media globale nonostante sia responsabile solo del 4% delle emissioni di gas serra.
Nel giro di dieci anni, in Africa circa centoventi milioni di persone dovranno affrontare gravi situazioni già esistenti come l’aumento delle precipitazioni e delle temperature, gli eventi meteorologici e climatici estremi (inondazioni, frane, siccità), l’innalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei pochi ghiacciai. Già nel 2020, queste avversità hanno fatto crescere l’insicurezza alimentare, la povertà e lo sfollamento della popolazione, aggravando la crisi socio-economica e sanitaria innescata dalla pandemia. Lo dice il nuovo Rapporto sullo stato del clima in Africa dell’Organizzazione meteorologica mondiale, analizzato da Nigrizia.
Il documento ha messo in rilievo la sproporzionata vulnerabilità del continente africano agli effetti del cambiamento climatico. Infatti, l’Africa si sta riscaldando più velocemente della media globale, nonostante sia responsabile solamente del 4% delle emissioni di gas serra del mondo. Il 2020 è stato uno degli anni più caldi mai registrati e si prevede che entro il 2040 i ghiacciai rimasti potrebbero scomparire.
Gli effetti combinati dei conflitti armati, dell’instabilità politica, delle crisi economiche, della variabilità climatica e delle epidemie hanno incrementato significativamente l’insicurezza alimentare, che nell’Africa subsahariana è aumentata dai cinque ai venti punti percentuali in seguito a ogni alluvione o siccità. Inoltre, nella parte orientale del continente oltre un milione e duecentomila nuovi sfollati sono legati a disastri e quasi cinquecentomila a conflitti. Nel solo Corno d’Africa, si stima che si sia verificato il 12% di tutti i nuovi sfollamenti di popolazione nel mondo.
Quello che sembra certo è che i potenziali benefici degli investimenti nell’adattamento climatico, nei servizi meteorologici e climatici e nei sistemi di allarme superino di gran lunga i costi. Ma per rendere concreto tutto ciò serve puntare sullo sviluppo delle capacità e nel trasferimento della tecnologia, non possibile senza aiuti in denaro; ad esempio, per migliorare questi aspetti l’Africa subsahariana avrebbe bisogno nel prossimo decennio di risorse tra i trenta e i cinquanta miliardi di dollari.
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