Con la pandemia è aumentato il numero delle guerre e i rifugiati sono arrivati alla cifra record di 82 milioni.
Con la pandemia è aumentato il numero delle guerre e i rifugiati sono arrivati alla cifra record di 82 milioni.
Nell’anno in cui è scoppiata la pandemia, le guerre ad alta intensità sono diventate ventuno, sei in più rispetto al 2019 che si sono aggiunte alle quindici già esistenti, tra le quali le più gravi sono quelle in Yemen, Siria e Sud Sudan. Più della metà di esse si svolgono nell’Africa subsahariana (tenendo conto che il conflitto nella regione etiopica del Tigrai è iniziato quest’anno), mentre sette sono in Medio Oriente e in Maghreb, due in Europa e una nelle Americhe.
Lo rivela la ricerca Falsi equilibri. Rapporto su diseguaglianze e conflitti dimenticati, realizzato da Caritas italiana in collaborazione con Avvenire, Famiglia Cristiana e Ministero dell’Istruzione. Nello studio si legge che, in generale, nel 2020 i conflitti nel mondo sono stati trecentosessantuno, uno in più rispetto all’anno precedente. Oltre alle guerre ad alta intensità già menzionate, ci sono diciannove guerre limitate, centottanta crisi violente, settanta crisi non violente e settantuno dispute.
Il grave problema, poi, sta nella crescita delle persone che hanno bisogno di aiuti umanitari, vittime di conflitti e mutamenti climatici: dai sessantadue milioni nel 2012 sono passate a duecentotrentacinque milioni nel 2021, con un balzo del quaranta percento in più dall’anno scorso. Nell’arco di questo decennio, i rifugiati e gli sfollati sono più che raddoppiati, superando la cifra record di ottantadue milioni.
Purtroppo, le agenzie delle Nazioni Unite, la comunità internazionale e l’Unione Europea hanno dichiarato di non riuscire a raggiungere oltre centosessantacinque milioni di individui, distribuiti in cinquantasei nazioni. Di conseguenza, settanta milioni di bisognosi non potranno ricevere aiuti. In generale, inoltre, tutti gli indicatori rilevano un aumento delle violenze a causa delle disuguaglianze e dell’instabilità dovuta a fame e povertà, mentre nel settanta percento dei Paesi del mondo la democrazia è in declino. La pandemia ha acuito tutti questi problemi e per superare questa drammatica situazione occorrono scelte decisive.
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