Sono più di 800.000 gli israeliani che vivono in colonie illegali secondo il diritto internazionale.
Sono più di 800.000 gli israeliani che vivono in colonie illegali secondo il diritto internazionale.
“Negli ultimi cinquant’anni Israele ha espropriato oltre diecimila ettari di terra appartenente in origine ai palestinesi, citando questioni legate alla sicurezza nazionale; tuttavia, quasi la metà dei terreni è andata in concessione a coloni ebraici della Cisgiordania. […] Circa il 47% della terra requisita sfruttando norme e leggi che rientrano nel novero delle «necessità urgenti sul piano militare» sono usate oggi per gli insediamenti o come strade di accesso alle colonie. Alcune di queste, in un primo momento, erano usate per infrastrutture militari o depositi dell’esercito. Con il passare degli anni edifici e terreni sono stati concessi in usufrutto ai coloni.”
Lo rende noto AsiaNews mostrando i risultati di una ricerca pubblicata da Kerem Navot, una organizzazione non governativa israeliana che ha monitorato la crescita degli insediamenti e le operazioni di esproprio promosse dal governo fra il 1969 e il 2014. Le colonie, illegali secondo il diritto internazionale, si trovano a Gerusalemme Est, in Cisgiordania e sulle Alture del Golan, ovvero in territori conquistati da Israele dopo la Guerra dei sei giorni del giugno del 1967 (quelle nella Striscia di Gaza sono state smantellate nel 2005 dall’allora premier Ariel Sharon).
La prima ondata di insediamenti si è registrata sotto un governo a guida laburista fra il 1967 e il 1977. Il picco sarebbe avvenuto fra il 1979 e il 1983, con il Likud, l’attuale partito di governo, al potere, dopo che Israele si era ritirata dagli insediamenti nel Sinai in seguito alla firma dell’accordo di pace con l’Egitto. Oggi, secondo dati del ministero israeliano degli Interni, in Cisgiordania vi sono circa 500.000 israeliani, a Gerusalemme Est circa 300.000 e nelle Alture del Golan 20.000.
“Il diritto internazionale e umanitario prevede che questi espropri di terra siano temporanei e che i proprietari siano risarciti in maniera adeguata. Niente di tutto questo è mai avvenuto e la pratica ha continuato a essere utilizzata nel tempo, subendo una ulteriore accelerazione nell’ultimo periodo. Sotto il governo Netanyahu, infatti, vi è stato un considerevole incremento. Negli ultimi anni il numero è aumentato del 20%, conseguenza anche dell’interruzione nel 2014 dei colloqui di pace e della successiva escalation di violenze, di fronte alla quale si è rivelata sempre più evidente l’inerzia (o impotenza) della comunità internazionale.”
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