Al via domani l’evento che si domanderà cosa possono fare oggi i cattolici per creare una comunità aperta e generativa.
Al via domani l’evento che si domanderà cosa possono fare oggi i cattolici per creare una comunità aperta e generativa.
La via cristiana verso la democrazia non affronta anzitutto la questione del potere, ma si pone una domanda: che cosa può fare di noi una comunità aperta e generativa? Se lo domanderanno da domani fino al 7 luglio i partecipanti alla Settimana sociale dei cattolici in Italia, giunta alla cinquantesima edizione e ospitata quest’anno a Trieste. Il titolo dell’evento è infatti “Al cuore della democrazia”, che per essere letto ha bisogno di occhi nuovi capaci di indizi di nuove domande e nuove vitalità tra i rischi e i segnali di pericolo.
Nel documento preparatorio, la riflessione parte dal concetto di unità dei diversi, che, guardando alle prime comunità cristiane ritratte negli Atti degli Apostoli, ci induce a pensare a quanta parità e quanto confronto abbiamo ancora oggi bisogno. Questa forma di condivisione non è la sintesi di persone che si assomigliano, pensano e agiscono nello stesso modo, cancellando le differenze, smarrendo l’identità, seguendo un capo più potente e più intelligente. È invece ricerca, pazienza, coraggio, attitudini che portano a rintracciare insieme la soluzione a un problema, senza prendere scorciatoie tra le difficoltà: «È meglio il meno perfetto in unità, che la perfezione in solitudine».
Con queste ricchezze e opportunità si va al cuore della democrazia, che oggi appare in difficoltà in varie parti del mondo. La tenuta sempre più debole delle istituzioni, lo scarso coinvolgimento popolare nei processi decisionali, la frammentazione sociale e l’individualismo crescente stanno riducendo lo spazio dove costruire il futuro in base al bene comune. Ma, allo stesso tempo, nel tessuto sociale ci sono tante energie positive ed esperienze innovative che danno alla partecipazione alla vita civile nomi sempre nuovi.
La Settimana sociale di quest’anno intende raccogliere le esperienze più illuminanti e domandarsi, quale parte integrante del Cammino sinodale nella prospettiva del discernimento sapienziale, come ampliare la logica delle buone pratiche per trasformare le esperienze più mature in percorsi davvero per tutti. Partecipazione e pace, lavoro e diritti, migrazioni e speranza di una vita libera e dignitosa, ecologia integrale ed economia che metta al centro l’uomo e la natura saranno tra i temi affrontati da relatori, laboratori, dialoghi, tavole rotonde e spettacoli.
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