L’ultimo padre conciliare italiano vivente, mons. Bettazzi, ricorda questo evento epocale e ne analizza il lascito.
L’ultimo padre conciliare italiano vivente, mons. Bettazzi, ricorda questo evento epocale e ne analizza il lascito.
L’11 ottobre 1962, esattamente sessant’anni fa, papa Giovanni XXIII diede inizio ai lavori del concilio ecumenico Vaticano II, poi portato a termine da papa Paolo VI. La basilica di San Pietro in Vaticano venne trasformata in un’aula dove i padri conciliari si confrontarono in quattro sessioni, dalle quali uscirono quattro costituzioni (quelle dogmatiche sulla Chiesa Lumen gentium e sulla divina rivelazione Dei verbum, la Sacrosantum concilium sulla sacra liturgia e la Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo), nove decreti e tre dichiarazioni, documenti fondamentali per il futuro della cattolicità. Famiglia Cristiana ha intervistato l’ultimo testimone italiano vivente che ha preso parte a questo epocale evento ecclesiale, il quasi novantanovenne vescovo emerito di Ivrea monsignor Luigi Bettazzi.
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