Una ricerca dell’Università Cattolica ha rilevato come le parrocchie utilizzino le tecnologie digitali nell’ambito della pastorale.
Una ricerca dell’Università Cattolica ha rilevato come le parrocchie utilizzino le tecnologie digitali nell’ambito della pastorale.
Con la pandemia da Covid-19 le parrocchie italiane si sono rese più digitali. Ora, una su due usa Facebook e il 70% dei parroci si affida a chat, social network ed e-mail per entrare in rapporto con la propria comunità di fedeli. È quanto emerge da un’indagine dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, avviata nel 2019 nell’ambito di un progetto di ricerca triennale che mira a scoprire se e come si generano e si sviluppano relazioni sociali interpersonali e associative in grado di costruire ambiti di comunità e a quale sia la presenza delle tecnologie digitali in tali contesti.
L’indagine si è basata sulla somministrazione on line di un questionario compilato da parroci tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, con il quale sono stati raccolti i dati relativi a quattrocentoventi parrocchie italiane, collocate per il 68,1% nel nord Italia e facenti parte nel 46,3% dei casi di un’unità pastorale. L’analisi ha mostrato ai ricercatori l’esistenza di frequenti e buone relazioni tra le parrocchie e altre realtà del territorio come gruppi parrocchiali, diocesi, associazioni del Terzo settore, enti pubblici e, seppur più raramente, enti privati, con una qualità maggiore in quelle di grandi dimensioni.
Per quanto riguarda l’utilizzo delle tecnologie digitali nell’ambito della pastorale, gli strumenti scelti per rimanere in contatto con i parrocchiani sono WhatsApp o Telegram (56% degli intervistati), le e-mail (54%) e Facebook (circa la metà), mentre meno rilevanti sono Instagram (26%) e Twitter (15%). Il 70% delle parrocchie usa queste tecnologie per entrare in relazione con gli altri, il 24% unicamente per facilitare l’accesso alle informazioni e solo il 6% per collaborare e favorire la partecipazione alle attività della parrocchia. Quanto più il referente della chiesa è giovane, tanto più il profilo digitale tende a essere avanzato.
Nell’ottobre 2020, dopo la prima ondata della pandemia, l’equipe di ricerca ha effettuato una seconda rilevazione non prevista nel progetto originale, con l’obiettivo di rilevare i cambiamenti avvenuti nelle relazioni interpersonali e in quelle mediate digitalmente nella costruzione di contesti comunitari. I risultati preliminari stanno mostrando un uso più frequente delle tecnologie digitali nell’ambito delle attività pastorali e un atteggiamento mediamente più favorevole verso il loro impiego.
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