Un’indagine tra ragazzi di 14-17 anni e genitori, insegnanti ed educatori ha analizzato abitudini e considerazioni reciproche.
Un’indagine tra ragazzi di 14-17 anni e genitori, insegnanti ed educatori ha analizzato abitudini e considerazioni reciproche.
Quasi tutti gli adolescenti credono nella famiglia e nell’amicizia, molti di loro confidano nelle passioni personali e nell’amore, buona parte vive come fondamentali i rapporti con gli amici, più delle relazioni familiari e decisamente più della vita scolastica. È quanto emerge dall’indagine Come stai? promossa dall’impresa sociale Con i Bambini e realizzata dall’Istituto Demopolis, che ha ascoltato contemporaneamente un campione nazionale di giovani tra i quattordici e i diciassette anni e un campione di adulti formato da genitori con figli tra i sei e i diciassette anni, insegnanti, educatori e rappresentanti del Terzo settore.
I dati citati mostrano, come è normale, che i ragazzi prediligono il confronto con i pari, ma allo stesso tempo non sono troppo critici sulle figure adulte che li circondano, dei quali poco più di un quarto degli adolescenti si lamenta della distrazione. Al contrario, più di un adulto su due si rimprovera proprio di essere distratto. Su una cosa c’è quasi concordanza: molti adulti non capiscono i giovani. Lo pensa il 54% degli adolescenti e il 45% dei genitori, circa la metà dei quali si sente tra l’altro inadeguata per far fronte ai disagi crescenti dei figli. Tra questi, ad esempio, la tendenza, che oltre un terzo dei genitori dichiara di aver notato, dei ragazzi a evitare con scuse la scuola, le uscite o altre occasioni di socialità con un relativo incremento dell’ansia e della depressione.
Gli adulti, in genere, sottovalutano quanto gli adolescenti non si sentano compresi nei desideri, nelle passioni e nei sentimenti. Invece, la metà dei giovani ritiene che i genitori stiano pensando al loro futuro, cosa che però è fonte di ansia e preoccupazione addirittura per quasi sette adulti su dieci. Invece, il principale rimprovero mosso dai ragazzi ai grandi (oltre uno su tre) è il fatto che questi ultimi non sappiano mettersi in discussione, constatazione che ammette appena il 12% dei genitori. Il giudizio nei confronti delle precedenti generazioni non è comunque così severo e alla critica già citata si aggiungono prevalentemente i continui paragoni con i tempi passati e la troppa importanza data ai voti scolastici.
Gli adolescenti parlano delle proprie idee e dei propri problemi soprattutto con i loro coetanei, in maniera limitata con gli adulti. Ma quasi un terzo di essi confessa di faticare a condividerli, per la paura di essere incompresi e giudicati. Solo il 3% ne parlerebbe con un insegnante. D’altronde, meno di un ragazzo su cinque apprezza l’impegno di comprensione dei più grandi. Oltre la metà di essi pensa che questi ultimi non riescano a capire quanto differente sia la contemporaneità, le loro idee, la quotidianità online, ma anche i desideri, le passioni, le priorità e i sentimenti. Interessante è la rilevazione che solo poco più della metà dei giovani intervistati considera il lavoro fra le cose che contano (meno dell’aspirazione a carriera e successo e più dei soldi) e che solo un quarto di essi ritiene importante la bellezza fisica.
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