In Kenya, Sud Sudan, Uganda, Zimbabwe e Sudafrica questo mercato illegale limita lo sviluppo socio-economico.
In Kenya, Sud Sudan, Uganda, Zimbabwe e Sudafrica questo mercato illegale limita lo sviluppo socio-economico.
In paesi come Kenya, Sud Sudan, Uganda, Zimbabwe e Sudafrica le attività illecite di estrazione e vendita dell’oro sono in aumento. Questo mercato, oltre a essere illegale, mina il potenziale socio-economico di questa preziosa risorsa, in quanto non aiuta lo sviluppo delle comunità locali. Infatti le miniere rurali, anche se piccole, fanno parte di catene di approvvigionamento transnazionali che fanno riferimento ai centri internazionali dell’oro, come gli Emirati Arabi. Lo rivela una ricerca relativa al 2020 di Global initiative against transanational organized crime, analizzata da Nigrizia.
Le norme che regolano l’estrazione artigianale e su piccola scala nell’Africa orientale e meridionale sono precise, ma hanno reso i grandi poteri ancora più forti e soggetti criminali hanno sfruttano le vulnerabilità del sistema. Uno dei problemi principali riguarda l’accesso alla terra: senza catasti aggiornati e funzionali per definire i diritti di proprietà, per i piccoli operatori è difficile sfruttare legalmente i giacimenti auriferi e non ricorrere alla corruzione di funzionari e politici e persino alla violenza. Per di più, in molti paesi durante la pandemia, con la chiusura delle attività estrattive e di vendita legali, il commercio illecito ha risentito poco delle restrizioni. Inoltre, i minatori non regolari hanno continuato a scavare per sopravvivere, rischiando il contagio per non incorrere in problemi con i gestori e con le forze dell’ordine che vogliono continuare a ricevere le tangenti.
L’estrazione e la lavorazione dell’oro avvengono in condizioni molto diverse. In Sud Sudan, le tecniche sono molto rudimentali, con l’attrezzatura che si può ridurre a una pentola in metallo o plastica usata da piccoli gruppi familiari. In parti del Kenya e dello Zimbabwe, invece, centinaia di persone in un unico sito seguono processi altamente meccanizzati. In Sudafrica, addirittura, la maggior parte dei minatori illegali scende in grandi pozzi abbandonati ma attivi. Comunque, sono diversi i casi accertati di morte per crolli o allagamenti dei tunnel.
Un altro aspetto negativo riguarda l’impatto ambientale, amplificato dalle nuove tecniche. In Zimbabwe il governo consente l’estrazione mineraria in zone protette come i parchi nazionali di Matobo e Umfurudzi e nei letti dei fiumi. Altra criticità è la costante violazione dei diritti umani perpetrata dai gestori criminali nei confronti della manovalanza, soprattutto in Sudafrica dove i minatori sono forse per il 70% stranieri provenienti principalmente dai paesi limitrofi più poveri. Ciò che spinge le persone ad accettare queste condizioni pericolose, anche se talvolta si trovano in situazioni del genere persino inconsapevolmente, sono soprattutto la mancanza di lavoro, aumentata con la pandemia, e il calo della produttività agricola, conseguente ai cambiamenti climatici).
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