Nel Karakorum pakistano un gruppo di archeologi ha trovato la testimonianza di un’antica comunità cristiana.
Nel Karakorum pakistano un gruppo di archeologi ha trovato la testimonianza di un’antica comunità cristiana.
Alle pendici della regione montuosa del Karakorum è stata fatta una scoperta inaspettata, che allarga i confini storici del cristianesimo. Un gruppo di archeologi della locale Università del Baltistan ha infatti trovato, nel territorio della città di Skardu, una croce in pietra di oltre due metri. Come racconta Mondo e Missione, in questo remoto luogo del nord del Pakistan, da dove oggi passano gli alpinisti per accedere al campo base da dove iniziare l’ascesa al K2, la seconda montagna più alta della terra, probabilmente un migliaio di anni fa doveva quindi esistere una comunità cristiana.
Gli studiosi hanno eseguito una prima datazione sulla base del modo in cui l’oggetto sacro è stato scolpito, ovvero grazie all’individuazione di influenze della tradizione di buddhista. La loro ipotesi è che Skardu, che esiste almeno da millecinquecento anni, ospitasse abitanti cristiani convertitisi dal buddhismo, prima dell’arrivo dell’islam. Se così fosse, la croce rappresenterebbe la più antica traccia del cristianesimo sulle montagne pakistane.
Molto probabilmente, qualche missionario si spinse fino ai piedi del K2, nel contesto della grande opera di evangelizzazione che la Chiesa d’Oriente portò avanti nel primo millennio in Asia. Con le loro predicazioni, i monaci nestoriani furono i promotori della nascita di diverse comunità cristiane in varie regioni centrali del continente asiatico, come quelle sorte in Cina, testimoniate dalla stele di Xi’an dell’VIII secolo. Nei secoli successivi, queste realtà furono fatte scomparire ovunque con eccezione dell’India, dove i cosiddetti cristiani di san Tommaso mantennero viva la tradizione assira.
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