In un’omelia il cardinale Ambongo ha denunciato la complicità tra stati confinanti e multinazionali.
In un’omelia il cardinale Ambongo ha denunciato la complicità tra stati confinanti e multinazionali.
«Aggressori e multinazionali hanno unito le forze per mettere le mani sulle ricchezze del Congo, a scapito e in disprezzo della dignità dei pacifici cittadini congolesi, creati a immagine e somiglianza di Dio. Fino a che punto si spingerebbe questo disprezzo? Fin dove può arrivare la banalizzazione della vita umana, per quanto sacra?». Si è scagliato così, contro i predatori delle risorse della Repubblica Democratica del Congo (RdC), il cardinale Fridolin Ambongo durante una messa per la pace nell’est dello stato centrafricano celebrata nella cattedrale di Nostra Signora del Congo a Kinshasa.
Come riporta ACI Stampa, nella sua omelia di denuncia l’arcivescovo ha affermato che la pace nella regione, che ora sta vivendo una violenza prolungata, sarà raggiunta solo se le nazioni vicine smetteranno di agire in combutta con le multinazionali per derubare sistematicamente il Paese dei suoi beni naturali, violandone l’integrità territoriale. Egli fa risalire l’insicurezza nella RdC al genocidio ruandese del 1994, in cui furono uccise più di ottocentomila persone e oltre due milioni di persone sono state costrette a cercare rifugio oltre i confini, portando con sé i germi della guerra.
All’epoca, i leader della Chiesa cattolica espressero preoccupazione per il trasferimento del conflitto ruandese nella RdC. Infatti, ha continuato il cardinale, le popolazioni, soprattutto nell’est del Paese, hanno vissuto una vera e propria tragedia per quasi tre decenni e, nonostante questo avvertimento, «la situazione è amaramente triste: milioni di persone sono ancora morte e sfollate, migliaia di donne sono state violentate, le famiglie sono state spezzate, i bambini sono rimasti orfani, le infrastrutture sono state distrutte».
Mons. Ambongo, che è anche presidente del Simposio della Conferenza episcopale dell’Africa e del Madagascar (SECAM), ha affermato che è proprio da est che arrivano i principali problemi in termini di predazione delle risorse naturali: «Nel corso degli anni, diverse missioni e organizzazioni hanno denunciato le ambizioni espansionistiche di alcuni Paesi confinanti ad est e il saccheggio sistematico delle ricchezze del sottosuolo congolese da parte delle multinazionali, sotto la copertura di gruppi di lamentele interne». Intanto, l’inazione della comunità internazionale è inconcepibile, soprattutto dopo che Papa Francesco, in visita alla RdC, ha detto «Giù le mani dall’Africa! L’Africa non è una miniera da sfruttare o un terreno da saccheggiare”.
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