Dall’India al Sud-est asiatico il Christian Family Movement chiede più impegno a sviluppare azioni pastorali per queste famiglie.
Dall’India al Sud-est asiatico il Christian Family Movement chiede più impegno a sviluppare azioni pastorali per queste famiglie.
In Asia il matrimonio interreligioso è un fenomeno crescente, che necessità di particolari attenzioni pastorali viste la sua complessità e le potenzialità di dialogo. Lo pensa il Christian Family Movement, una rete di piccoli gruppi familiari che dal 1956 vivono la spiritualità di coppia e la vita familiare mettendo al centro il Vangelo. Dalle Filippine dove è nato all’India, da tutti gli stati del Sud-est asiatico allo Sri Lanka, l’associazione cerca di comprendere come costruire ponti con persone e comunità di altre religioni a partire dalle famiglie, necessari nelle pluralistiche società asiatiche. Su Agenzia Fides si legge che i matrimoni misti vengono visti come «opportunità date dallo Spirito Santo per una testimonianza umile, rispettosa, ma sempre eloquente della fede cristiana». Per questo occorre vivere i fondamenti cristiani del dialogo interreligioso indicati nella tradizione, nella Scrittura e nei documenti della Chiesa, costruendo il rispetto e la comprensione reciproca tra coniugi di fede differente.
L’aumento dei matrimoni interreligiosi è comunque una questione delicata, soprattutto nei Paesi in cui l’appartenenza religiosa ha implicazioni nel diritto civile, ci sono leggi e consuetudini religiose che regolano aspetti come il divorzio e l’eredità, genitori e parenti non sono aperti a questo tipo di unioni. Ad esempio, in Bangladesh quelli con un coniuge cattolico sono circa il 12% del totale, mentre in Pakistan il dato è simile ma inquinato da nozze forzate dopo il rapimento di ragazze cristiane. Crescono in India e in Sri Lanka, mentre in Myanmar sono ancora tabù. Secondo i Missionari del Preziosissimo Sangue, a livello antropologico e sociologico questa tendenza è conseguenza di diversi fattori. L’innovazione tecnologica ha creato nuove occasioni per costruire relazioni interpersonali e i moderni ambienti di lavoro fanno incontrare giovani provenienti da ambienti diversi.
Nel seguire matrimoni con disparità di culto, il parroco o il sacerdote è chiamato ad affrontare casi complessi. Il coniuge non battezzato può rifiutare di far battezzare i figli, oppure in società patriarcali (come quella indiana) se è la donna il coniuge cristiano le possibilità di allevare i figli secondo il proprio credo sono scarse. Per questo, il Christian Family Movement ribadisce il proprio impegno nell’accompagnare gli sposi con incontri post-matrimoniali, aiutando il partner cattolico a continuare a praticare la fede e le coppie a costruire i loro legami con rispetto reciproco. L’auspicio è che le commissioni diocesane per la famiglia, le parrocchie e le comunità locali si impegnino sempre più a sviluppare modi per prendersi cura di tali famiglie.
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