In un villaggio del Ciad una suora francescana alcantarina aiuta le donne con un laboratorio di accessori di moda.
In un villaggio del Ciad una suora francescana alcantarina aiuta le donne con un laboratorio di accessori di moda.
A Bodo, un villaggio nel Ciad meridionale, un laboratorio di moda produce borse artigianali dai colori inimitabili grazie all’utilizzo delle pagne, le stoffe iconiche dell’Africa subsahariana, e altri accessori sartoriali e per la moda (zainetti, cestini portapane, beauty case, porta tovaglioli, collane, orecchini…). Cosa c’è di straordinario in questo? Innanzitutto, l’atelier è stato fondato da suor Paola Letizia Pieraccioni, francescana alcantarina che ha come obiettivo quello di aiutare le donne locali a rendersi più autonome grazie al proprio lavoro.
A Popoli e Missione la religiosa racconta: «Sono le mie nembadje, cioè “regine” in lingua locale: sono regine per il loro portamento, l’eleganza innata, i vestiti che indossano, i copricapi colorati, il gusto che dimostrano di avere. Eppure, ogni mattina escono dalle loro capanne costruite con terra essiccata, paglia, sterco di mucca, solo a volte una lamiera per tetto. Eppure, nella società rurale del Ciad, le donne sono sottomesse, non vengono considerate alla pari degli uomini, spesso vengono abusate persino in famiglia. Ma continuano a rimanere regine, come tutte le donne ciadiane. Forse perché sono i pilastri della famiglia e del villaggio».
Le borse prodotte, che sono pezzi unici, iniziano il loro viaggio nella valigia che una delle lavoratrici si mette sulla testa per portarle dal laboratorio al mercato. Il bagaglio passa poi su una moto-taxi, che, attraverso una strada di sessanta chilometri fatta di fango e pozzanghere nel periodo delle piogge, viene consegnato all’autista di un pullman. Dopo una giornata la valigia giunge a Ndjamena, la capitale del Paese, dove una coppia di amici della missionaria la ritira per consegnarla a un signore francese coinvolto nel progetto di solidarietà, che si è reso disponibile a farla arrivare a Parigi. Qui viene ritirata da un corriere, organizzato da un’amica della religiosa, per portarla a Torino. Le borse artigianali arrivano finalmente alla responsabile della onlus Il Giardino di Titta, collaboratrice delle suore alcantarine, che può venderle.
Questo viaggio tra due continenti basato sulla solidarietà e l’amicizia è il secondo fatto straordinario. Il terzo è l’obiettivo ambizioso di suor Paola Letizia Pieraccioni: sconfiggere l’alcolismo che destabilizza la comunità locale. La bilibili, bevanda alcolica a base di miglio consumata a litri e creata con un bene alimentare prezioso, è prodotta dalle donne. Questo è uno dei pochi lavori che permette loro di guadagnare qualcosa per le spese familiari. L’idea della religiosa, sostenuta dalla sua congregazione, è di offrire alle donne un’alternativa di guadagno grazie all’atelier, un tentativo per sfidare la loro fragile situazione.
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