L’autovalutazione dei docenti: una proposta

Un questionario per stimolare e dare autorevolezza alla collegialità della progettazione e verificare le decisioni.

“L’autovalutazione ha lo scopo di stimolare e dare autorevolezza alla collegialità della progettazione e di verificare se le decisioni assunte dall’équipe professionale siano state attuate da ciascuno dei suoi membri, per poi procedere alla verifica della loro efficacia in rapporto ai risultati conseguiti. […] La libertà di insegnamento non si limita a un’autoreferenzialità solipsistica, ma si esprime nel contributo che ciascun docente, con la libertà delle proprie convinzioni e delle proprie competenze, fornisce al suo gruppo professionale nel decidere i contenuti, i modi e i tempi dell’attività didattica, che, una volta definiti, devono diventare obblighi. Credo che sia evidente quindi il nesso fra autovalutazione e sviluppo professionale, sia nella prospettiva individuale, come stimolo alla riflessività del docente sul proprio modo di operare e di cooperare, sia nella prospettiva dell’istituzione scolastica, come occasione di apprendimento dalla propria esperienza e quindi di miglioramento, di modificazione e di innovazione.”

Si esprime così Giuseppe Colosio, già direttore dell’Ufficio Scolastico regionale per la Lombardia, sulla rivista Docete della FIDAE- Federazione Istituti di Attività Educative riguardo all’autovalutazione dei docenti. Per lui, questa pratica, oggetto di dibattito, si scontra con forti resistenze da parte degli insegnanti: l’utilità comunque riconosciutagli per lo sviluppo professionale non riesce a superare il sospetto, conscio o inconscio, che sia una forma di controllo della libertà d’insegnamento o uno strumento di diversificazione economica.

“Il modo più diffuso di realizzare l’autovalutazione dei docenti è quello di predisporre un questionario, come quello proposto qui sotto come esempio, il cui contenuto però deve essere strettamente collegato alla progettazione generale dell’istituzione scolastica e in particolare al Piano triennale dell’offerta formativa e alle sue declinazioni annuali. Volendo specificare una scansione dell’attività in questione, distinguerei le seguenti fasi.

La prima fase, all’inizio dell’anno scolastico e subito dopo l’attività di programmazione didattica, consiste nel prendere visione del questionario con una lettura attenta delle singole domande. La seconda, poco prima del termine dell’anno scolastico, prevede la compilazione del questionario secondo la scala adottata al momento della sua elaborazione […]. La terza, al termine delle lezioni è costituita dall’elaborazione dei dati […]: ogni docente può vedere il giudizio complessivo che il collegio si è dato e può vedere il proprio posizionamento, per ciascun item, rispetto alla media dei colleghi. La quarta fase, a cavallo fra i due anni scolastici, conclude l’iter con la riflessione su come le decisioni prese siano state attuate, col confronto dei dati raccolti con i risultati finali degli alunni […], al fine di individuare i punti di forza e di debolezza, le potenzialità di crescita e di formulare proposte per il miglioramento.”

Guarda qui il Questionario di autovalutazione dei docenti (pagg. 17-18)