In vista delle elezioni parlamentari in corso, lo Stato ha intensificato il controllo sulle organizzazioni religiose.
In vista delle elezioni parlamentari in corso, lo Stato ha intensificato il controllo sulle organizzazioni religiose.
Ieri in Bielorussia si sono tenute le elezioni parlamentari, il cui risultato appare scontato visto che il trentennale regime di Lukashenko non permette un confronto democratico, tra repressione violenta del dissenso e incarcerazione di migliaia di prigionieri politici, tra cui il premio Nobel per la pace Ales Bialiatski. Parenti e persone legate a questi ultimi corrono continuamente il rischio di essere perquisite o arrestate. Ma anche chi mette un like a un post critico sui social o fa qualcosa ritenuto in contrasto con la volontà del presidente può finire in manette, soprattutto durante questa campagna elettorale.
È il caso di Aksana Yuckavicč, giornalista del portale cattolico bielorusso catholic.by. Come riporta Avvenire, questa animatrice parrocchiale e organizzatrice di eventi ecclesiali è finita in cella in occasione di una delle vere e proprie retate che si sono moltiplicate nelle ultime settimane in tutto il Paese. La sua colpa è quella di aver aiutato delle famiglie di prigionieri politici attraverso la rete “I need help by”, fornendo cibo e sostegno a coloro che si trovano in gravi difficoltà a causa della repressione.
Ma è tutta la Chiesa cattolica a essere nel mirino del regime. Stando all’ultimo rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre, in Bielorussia si trova un prete su nove di quelli detenuti in tutto il globo. Questa nazione è la seconda al mondo per sacerdoti incarcerati lo scorso anno: almeno dieci. Così, in cella si trovano padre Andrei Znoska, rettore della parrocchia della Divina Misericordia di Lida e consigliere giuridico della Conferenza episcopale locale, o i padri Andrej Kulik e Vyacheslav Adamovich, parroci di Vitebsk imputati di estremismo.
La repressione contro la comunità ecclesiale legata a Roma è aumentata sia per le parole dette sugli altari contro le violazioni dei diritti umani, sia per la considerazione delle autorità nazionali che i cattolici siano agenti stranieri dell’Occidente. Addirittura, sulla stampa di regime si possono vedere vignette in cui i preti hanno sulla talare la svastica nazista al posto della croce. Inoltre, il Parlamento ha da poco approvato una legge che, di fatto, sottomette le organizzazioni religiose allo Stato, vietando ogni loro attività ritenuta politica, rendendo più facile sciogliere una comunità religiosa e sottomettendo il catechismo all’ideologia dei valori tradizionali bielorussi.
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