Branco di adolescenti picchia un disabile, il parroco chiude l’oratorio

Per affrontare da un punto di vista educativo i comportamenti prepotenti dei bulli serve anche porre limiti come questo.

«Visti gli episodi successi nelle ultime settimane, non siamo in grado di garantire la sicurezza di bambini e ragazzi. […] Per garantire una maggiore sicurezza, soprattutto dei più piccoli, le attività degli allenamenti continueranno a porte chiuse. L’apertura degli spazi di gioco libero, da questa settimana fino a prossima decisione, resteranno chiusi, nella speranza che, con l’aiuto di tutti, il rispetto torno padrone in questi spazi». Sono tristi parole quelle che si leggono su un cartello affisso all’ingresso dell’oratorio di Urgnano, in provincia di Bergamo.

Come riporta Avvenire, la decisione è stata presa dopo che un ragazzino africano disabile è stato aggredito e picchiato da un branco di minorenni, forse pachistani, sul quale sta indagando la polizia. Questi giovani, che frequentano le scuole medie e superiori, sono noti per spadroneggiare da un paio d’anni nel campetto dell’oratorio, tra offese e sputi fino alla violenza dello scorso finesettimana, che non ha risparmiato il fratellino della vittima, scaraventato a terra mentre cercava di intervenire. Così, la parrocchia ha deciso per la chiusura di questi spazi, mantenuti aperti solo per chi va ad allenamento e catechismo.

Nel cartello si legge che «Da sempre l’oratorio è luogo di crescita, di incontro, di gioco e di preghiera», per cui il vicario don Davide Milani sente che la comunità educante ne esce sconfitta da questa vicenda. Inoltre, in parrocchia si sentono soli «a combattere la maleducazione e una aggressività non giustificata e totalmente gratuita». Questa è un’occasione inaccettabile che deve portare a sensibilizzare chi di dovere a prendersi cura dello stato delle cose, dice il parroco. Purtroppo, le famiglie dei ragazzi violenti appaiono disinteressate del comportamento dei loro figli.

Nella Bassa Bergamasca ci sono già stati episodi del genere, casi isolati che però non devono essere sottovalutati. Ad esempio, dopo la chiusura dell’oratorio di Martinengo a causa di un gruppo di adolescenti nordafricani prepotenti, la situazione è decisamente migliorata. Come sottolinea don Gabriele Bonzi, responsabile della Pastorale giovanile diocesana, arrivare a un intervento educativo contenitivo come questo, preso per affrontare comportamenti o dinamiche relazionali problematiche, serve per far capire che c’è un limite che non può essere superato.

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