Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato nuove procedure per risolvere le criticità del passato.
Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato nuove procedure per risolvere le criticità del passato.
Dopo quarantasei anni, la Chiesa modifica le regole in merito al riconoscimento di apparizioni e rivelazioni. Con il documento Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali, pubblicato dal Dicastero per la Dottrina della Fede e approvato dal pontefice, si interviene per provare a risolvere le criticità presenti nel giudicare gli eventi di presunta origine soprannaturale. Nella presentazione In ascolto dello Spirito che opera nel Popolo fedele di Dio, il cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero, parla dei casi in cui tali fenomeni vengono strumentalizzati o inventati per trarne lucro, fama e potere o compiere atti gravemente immorali e persino abusi, diffondendo errori dottrinali, indebiti riduzionismi nella proposta del messaggio del Vangelo e spiriti settari.
I problemi delle vecchie norme, continua il prefetto, riguardano due aspetti principali. Da un lato, c’erano tempi molto lunghi per le decisioni (talvolta decenni), per cui si arrivava troppo tardi con il necessario discernimento ecclesiale. Dall’altra, le procedure che coinvolgevano i vescovi e il Dicastero generavano non poca confusione: gli ordinari diocesani potevano chiedere all’organismo vaticano la pronuncia preventiva sulla soprannaturalità di un caso, ma anche giudicarla pubblicamente vera in attesa della decisione. In questo lasso di tempo, il loro successore poteva cambiare la decisione o il Dicastero dare un responso negativo. Per di più, oggi difficilmente un fenomeno rimane circoscritto in una diocesi. Così, dal 1950 i procedimenti di solo sei presunti eventi soprannaturali sono stati portati a termine, anche se ce ne sono stati molti di più, spesso gestiti in maniera poco chiara e talvolta persino non governati.
Queste riflessioni hanno portato a proporre una procedura diversa, con sei possibili conclusioni prudenziali che possano orientare in modo positivo e chiaro il lavoro pastorale intorno ai casi di presunta origine soprannaturale. Tra queste, non si include di norma una dichiarazione circa la soprannaturalità del fenomeno oggetto di discernimento, cioè la possibilità di affermare con certezza morale che esso provenga da un intervento divino diretto. La concessione di un nihil obstat indica infatti che i fedeli sono autorizzati alla devozione, ma in modo prudente. Visti i lunghi tempi per un’adeguata analisi, in questo modo il Dicastero per la Dottrina della Fede può intervenire in maniera rapida ed esplicita, rimanendo aperta la strada che potrebbe portare a un giudizio contrario.
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