Le indicazioni della CEI per le celebrazioni della Settimana Santa

La Domenica delle Palme si dovrà portare con sé il ramo d’ulivo o palma e il Giovedì Santo non ci sarà la lavanda dei piedi.

A seguito di una nota della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, contenente alcune linee guida rivolte ai vescovi per le celebrazioni della Settimana Santa, la Conferenza Episcopale ha pubblicato alcune indicazioni a riguardo. Innanzitutto, essa esorta i fedeli a partecipare alle funzioni liturgiche in presenza, nel rispetto delle norme sulle misure sanitarie precauzionali, sugli spostamenti tra territori e sul coprifuoco. Solo se strettamente necessario, si può parteciparvi seguendole nelle dirette televisive e sui social media (non in differita), per le quali occorre particolare cura nel rispetto della dignità del rito, privilegiando quelle presiedute dal vescovo come segno di unità diocesana.

Alla Domenica delle Palme, nella commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme vanno evitati assembramenti e sia i ministri che i fedeli devono tenere nelle mani il ramo d’ulivo o di palma portato con sé, senza che via sia in alcun modo una consegna o uno scambio di rami di mano in mano. Se si ritiene opportuno, si può utilizzare la terza forma del Messale romano, dove la commemorazione è in forma semplice.

La Messa crismale – celebrata la mattina del Giovedì Santo o, a seconda della consuetudine di alcune diocesi, il mercoledì pomeriggio -, nel caso fosse impedita una significativa rappresentanza di pastori, ministri e fedeli, può essere spostata dal vescovo diocesano in un altro giorno, comunque entro il tempo di Pasqua.

Il Giovedì Santo, durante la messa vespertina della Cena del Signore va omessa la lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione, il Santissimo Sacramento potrà essere portato, come previsto dal rito, nel luogo della reposizione in una cappella della chiesa, dove ci si potrà fermare in adorazione nel rispetto delle norme per contrastare la pandemia.

Per il Venerdì Santo, il Messale romano prevede che, in caso di grave necessità pubblica, l’ordinario del luogo possa permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione: ai vescovi è chiesto di introdurre nella preghiera universale un’intenzione “per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”. L’atto di adorazione della Croce mediante il bacio va limitato al solo presidente della celebrazione.

Infine, la Veglia pasquale potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito, ma in orario compatibile con l’eventuale coprifuoco. Tutte queste indicazioni si intendono valide anche per seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose. Per quanto riguarda le espressioni della pietà popolare e le processioni, sta al vescovo diocesano offrire indicazioni convenienti.