Questo agile strumento permette di evitare gli errori più frequenti nella redazione del rendiconto per cassa.
Questo agile strumento permette di evitare gli errori più frequenti nella redazione del rendiconto per cassa.
Entro il 30 giugno gli enti del Terzo settore hanno l’obbligo di depositare il bilancio di esercizio nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (Runts) in cui sono iscritti. Cantiere Terzo Settore ha predisposto per gli enti di piccole dimensioni, ovvero con entrate inferiori a 220.000 euro, che redigono il bilancio nella forma del rendiconto per cassa una check list per evitare gli errori più frequenti (clicca qui per scaricare il documento). Ecco alcuni consigli.
Fondamentale è utilizzare il modulo D, inserire in testa al bilancio il nome dell’ente e l’esercizio di riferimento, compilare la colonna “Es. T-1” oltra a quella “Es.T” per consentire il confronto con l’esercizio precedente. Prima di inserire ogni singola voce, occorre individuare a quale sezione di attività corrisponde se non è imputabile alle attività di interesse generale dell’ente (Sez. A), individuate dallo statuto. Esse possono riferirsi a: attività diverse (Sez. B), consentite da previsione statutaria ma diverse dalle attività di interesse generale; attività di raccolta fondi (Sez. C); attività finanziarie e patrimoniali (Sez. D); attività di supporto generale (Sez. E).
Per non fare confusione nelle voci dedicate alle uscite, all’interno della sezione corretta bisogna individuare e distinguere quelle per “acquisto di materie prime, sussidiarie e di consumo” (ad esempio di materiale di cancelleria e beni) dalle “uscite di bilancio per i servizi” (ad esempio per assicurazioni o utenze). Se l’ente ha acquistato un bene di valore superiore a 516 euro, va valutata l’opportunità di inserire la voce corrispondente in “uscite da investimenti in immobilizzazioni” inerenti alle attività di interesse generale. Poi, nella voce personale va inserito l’intero costo del personale retribuito comprensivo di spese (F24, imposte).
Se è prevista da statuto la possibilità di svolgere attività diverse, l’organo di amministrazione dell’ente deve aver deliberato che tipo di attività svolgere e con che limiti, le quali, indipendentemente dal loro oggetto, vanno esercitate per la realizzazione in via esclusiva delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale dell’ente. Bisogna quindi controllare che i relativi ricavi non siano superiori al 30% delle entrate complessive oppure non siano superiori al 66% dei costi complessivi. Poi, in calce al bilancio va prevista una nota esplicativa dedicata.
Se l’ente ha effettuato raccolte pubbliche occasionali di fondi (anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi), oltre a depositare nel Runts tutti i relativi rendiconti, deve inserire le voci corrispettive nella sezione del bilancio sulle attività di raccolta fondi (Sez. C2). Occorre quindi verificare che queste voci corrispondano alla somma di quelle riportate negli appositi rendiconti, redatti su modelli ufficiali rilasciati dal Ministero, da compilare obbligatoriamente in tutte le sue parti per ogni evento di raccolta fondi.
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