Grazie a una Ong francese l’edificio sacro, recuperato con l’aiuto di volontari musulmani, può ricominciare a chiamare i cristiani.
Grazie a una Ong francese l’edificio sacro, recuperato con l’aiuto di volontari musulmani, può ricominciare a chiamare i cristiani.
Da poche settimane, la chiesa di San Tommaso a Mosul, città sull’Eufrate nel nord dell’Iraq, ha una nuova campana che è tornata a far sentire i rintocchi nella zona. Dal 2014 non lo poteva fare, perché il sedicente Stato Islamico l’aveva zittita, utilizzando lo stabile come prigione e tribunale fino al 2017. Anche per questo, almeno, l’edificio sacro consacrato nel 1863 non ha subito grossi danni e si è potuto recuperarlo.
Come ricostruisce Avvenire, negli ultimi tre anni un gruppo di volontari, per la maggior parte provenienti dalla locale comunità musulmana, si sono organizzati per ripulire e restaurare la chiesa. La campana è stata realizzata in Libano, trasportata su un aereo e installata sul campanile. Tutto ciò è stato reso possibile da una organizzazione non governativa francese, Fraternité, che opera a favore delle minoranze religiose perseguitate. Il giorno dell’inaugurazione, nel quale si sono radunate decine di persone arrivate anche da località vicine, padre Pios Affas ha dichiarato, pensando ai tanti cristiani che hanno abbandonato Mosul (cosa che purtroppo hanno dovuto fare in molti altri centri urbani del Paese):
«[I suoi primi rintocchi] annunciano giorni di speranza e aprono la strada al ritorno dei cristiani alle loro città. […] Spero che la gioia di questo giorno potrà crescere ancora di più quando non solo le chiese e le moschee saranno ricostruire, ma anche l’intera città.»
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