Dopo i successi degli estremisti nelle elezioni in Sassonia e Turingia i vescovi locali hanno espresso la loro preoccupazione.
Dopo i successi degli estremisti nelle elezioni in Sassonia e Turingia i vescovi locali hanno espresso la loro preoccupazione.
Dopo le elezioni nei länder tedeschi di Sassonia e Turingia, nelle quali quasi un terzo dell’elettorato ha votato per il partito di ultradestra Alternative für Deutschland (Afd) e il nuovo partito populista di estrema sinistra Bündnis Sahra Wagenknecht (Bsw) è stato premiato con percentuali a due cifre, le Chiese locali hanno espresso la loro preoccupazione per questi risultati. Entrambi gli schieramenti, pur essendo politicamente agli antipodi, hanno posizioni simili su migranti, richiedenti asilo e sicurezza e sono vicini alla Russia, così i vescovi si sono sentiti in dovere di esporsi per difendere i valori cristiani e costituzionali, scrive Avvenire.
I vescovi delle diocesi di Erfurt, Dresda-Meißen e Fulda hanno resa pubblica una lettera in cui si sono rivolti con preoccupazione alle altre forze politiche e alla società civile, affermando che «Il programma etno-nazionalista dell’Afd non è compatibile con la fede cristiana». Hanno dunque fatto un appello «a tutti i partiti democratici affinché si accordino rapidamente per una coalizione praticabile per il bene del nostro Paese». Già nel febbraio scorso la Conferenza Episcopale Tedesca si era schierata all’unanimità contro l’Afd, considerato ineleggibile per i cristiani. Inoltre, il vescovo di Limburg ha criticato il Bsw sottolineando come questo partito si esprima a favore di Putin in una situazione in cui la Russia ha portato la guerra in Ucraina da quasi tre anni.
In merito alla situazione sociale, nella lettera si legge: «Il fatto che le persone con un background migratorio siano ora preoccupate per la loro sicurezza, che molte persone stiano seriamente pensando di lasciare la Turingia o che le aziende stiano mettendo in discussione il loro futuro nel nostro land è inaccettabile». Queste preoccupazioni sono alimentate dal fatto che ora anche i politici e i partiti solitamente favorevoli all’accoglienza dei rifugiati (cristiano-democratici, socialdemocratici, verdi) parlino con convinzione di chiusure di frontiere ed espulsioni e di rivedere gli accordi internazionali ed europei sui richiedenti asilo.
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