Nelle chiese c’è ancora bisogno del gregoriano

A Rovigo, gli alunni di una scuola media si sono cimentati in un’esibizione in piazza proponendo un canto gregoriano.

La piazza principale di Rovigo è come al solito attraversata da persone affaccendate nelle proprie commissioni, passanti, qualche turista. Ma un canto si sprigiona nell’aria e la loro attenzione è catturata. Prima sono poche le voci che lo intonano, per poi diventare sempre di più, un centinaio, aumentando l’intensità della melodia. Sono le voci dei ragazzi della scuola media Venezze, istituto che collabora con il Conservatorio della città, che si cimentano in un’esibizione musicale davvero particolare. Infatti, essi hanno proposto un canto gregoriano, il Puer natus. Non una partitura che ci si aspetterebbe oggi da dei ragazzi, dunque.

L’iniziativa è nata dalle parole del giornalista Paolo Rumiz, che di recente ha compiuto un viaggio tra i monasteri benedettini d’Europa. Pochi giorni prima, in un colloquio con Papa Francesco lo scrittore aveva parlato dell’importanza di riportare la buona musica corale nelle chiese d’Italia, troppo spesso dimenticata. Per lui, il canto gregoriano aiuterebbe inoltre a far riavvicinare la gente alla liturgia. Così, gli insegnanti della scuola media hanno raccolto la sfida, invitando lo stesso Rumiz ad assistere all’esibizione. Ecco il suo commento:

«Abbiamo dimostrato che il gregoriano non è una vecchia anticaglia da buttar via, è della buona musica che i bambini interpretano in modo magnifico, entrando nello spirito antico, originario della Chiesa. C’è un bisogno tremendo di queste cose nelle parrocchie di oggi ed è un vero peccato che per sentire della buona musica uno debba ricorrere alle messe degli ortodossi, ai canti dei protestanti o ai riti preconciliari. C’è un grande bisogno di tutto questo.»

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