Tra denunce di residenti e appelli sui social network, i casi di multe a parrocchie e silenziamenti sono in aumento.
Tra denunce di residenti e appelli sui social network, i casi di multe a parrocchie e silenziamenti sono in aumento.
Qualche giorno fa, il vescovo di Savona-Noli mons. Calogero Marino si è sentito in dovere di emanare nuove norme per la regolamentazione del suono delle campane nella diocesi, al fine di salvaguardarne «le caratteristiche tipicamente religiose nel rispetto delle attuali esigenza della popolazione». Nel decreto si legge: «Da tempo immemorabile l’uso delle campane è espressione cultuale della comunità ecclesiale, strumento di richiamo per le celebrazioni liturgiche e per altre manifestazioni della pietà popolare, nonché segno che caratterizza momenti significativi della vita della comunità cristiana e di singoli fedeli. Essi rientra nell’ambito della libertà religiosa, secondo la concezione propria della Chiesa cattolica e gli accordi da essa stipulati con la Repubblica italiana. Come tale, la Chiesa intende tutelarlo e disciplinarlo in modo esclusivo, con attenzione alle odierne condizioni sociali».
Le disposizioni, come in altre diocesi, regolano vari aspetti. Gli scopi per cui devono essere usate le campane sono precisi: indicare le celebrazioni liturgiche e altre manifestazioni di preghiera e pietà popolare; essere segno, in particolari circostanze, che accompagna le suddette celebrazioni; scandire i momenti più importanti della vita della comunità cristiana (feste, lutti…); richiamare al mattino, a mezzogiorno e alla sera il saluto a Maria. Il loro utilizzo nei giorni feriali è consentito dalle sette e mezza alle ventuno e in quelli festivi dalle nove alle ventuno, con eccezione della Veglia pasquale e della Notte di Natale. Questi orari vanno rispettati anche per i rintocchi dell’eventuale orologio campanario. La durata del suono non deve superare un minuto e trenta secondi (tranne nelle solennità, che può arrivare a due minuti) e deve essere ispirata a criteri di moderazione. Infine, l’intensità del suono va regolata in relazione al contesto ambientale in cui l’edificio di culto è inserito, per essere percepito dai fedeli senza essere fonte di disturbo.
Questa regolamentazione avviene in un clima che, negli ultimi anni, si sta facendo maggiormente ostile nei confronti del suono delle campane. Tra denunce di residenti, petizioni di cittadini e appelli di influencer sui social network, i casi di multe a parrocchie, silenziamenti di batacchi e sequestri preventivi sono in aumento. Nei tribunali e nelle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (che si occupano, tra l’altro, di rumore) crescono dunque i contenziosi, che alimentano il dibattito sia a livello locale che online. Chi abita vicino a un campanile può provare una certa insofferenza, ma il fastidio può essere percepito anche da persone che ritengono anacronistico lo scampanio vista l’onnipresenza di orologi. In una società sempre più secolarizzata, la linea di confine tra la libertà religiosa e il disturbo della quiete pubblica si fa sempre più incerta.
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