Letture: Zaccaria 9, 9-10; Salmo 144; Romani 8,9.11-19; Matteo 11,25-30
Il Vangelo registra uno di quegli slanci improvvisi che accendevano di stupore le parole di Gesù: i piccoli, i bambini, le donne, i poveri lo capiscono subito. In tutta la Bibbia l’economia della piccolezza esce diretta del cuore di Dio e attraversa come uno spartiacque la nostra storia: Dio scommette su coloro sui quali il mondo non scommette.
E Gesù ne è felice. Nonostante il brutto momento: Giovanni il Battista è arrestato, i capi religiosi e politici lo braccano, i villaggi attorno al lago, dopo la prima ondata di entusiasmo, si sono allontanati. Ed ecco che in quell’aria di sconfitta, Gesù, anziché deprimersi, si stupisce, si incanta di Dio: una meraviglia.Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro: le sue mani, dove appoggiare la stanchezza e riprendere il fiato del coraggio.Imparate da me… Andare da Gesù è andare a scuola di vita. Quest’uomo senza poteri ma regale, libero come il vento, che nessuno ha mai potuto comprare o asservire e fonte di libere vite, insegna a vivere bene.
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P. Ermes Ronchi
Che cosa è il potere e qual è la vera libertà? Il tema torna oggi: le Letture celebrano la potestà infinita di Dio, Padre buono, che dona in abbondanza ai suoi figli e assicura loro una regalità autentica. La grande tentazione del “principe di questo mondo” è in ogni tempo legata alle sicurezze terrene, all’ambizione della supremazia sugli altri, al desiderio di essere riconosciuti e onorati (cfr. Matteo 4,1- 11): con queste lusinghe, oerte anche a Gesù, il nemico ci allontana dalla nostra verità di gli e ci induce a pensare che il Signore non ci ama veramente se non esaudisce i nostri desideri umani.
È questo «il dominio della carne», che rende schiavi e uccide: i battezzati sono sottratti a esso perché sono entrati, in Cristo «risuscitato dai morti», nella Vita nuova dei figli e in loro «abita lo Spirito» di Gesù (II lettura, Romani 8). Egli ci mostra oggi la dimensione del cuore che caratterizza i figli, i quali sanno di possedere tutto in Dio! Di fronte alla carcerazione del Battista e a diverse ostilità, descritte dopo il discorso apostolico che abbiamo meditato nelle scorse domeniche (Matteo 10), mentre è rifiutato dal popolo, in mezzo al quale pure ha operato prodigi e annunciato la salvezza, Gesù conserva la consapevolezza di essere il Figlio amato, parla apertamente e poi si mette in preghiera: non chiede cose, potere, riconoscimenti, ma ringrazia il Padre per aver scelto gli ultimi del mondo e per la sua benevolenza.
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Laura Paladino
XIV domenica
Tempo ordinario, Anno A
Letture: Zaccaria 9, 9-10; Salmo 144; Romani 8,9.11-19; Matteo 11,25-30
Il Vangelo registra uno di quegli slanci improvvisi che accendevano di stupore le parole di Gesù: i piccoli, i bambini, le donne, i poveri lo capiscono subito. In tutta la Bibbia l’economia della piccolezza esce diretta del cuore di Dio e attraversa come uno spartiacque la nostra storia: Dio scommette su coloro sui quali il mondo non scommette.
E Gesù ne è felice. Nonostante il brutto momento: Giovanni il Battista è arrestato, i capi religiosi e politici lo braccano, i villaggi attorno al lago, dopo la prima ondata di entusiasmo, si sono allontanati. Ed ecco che in quell’aria di sconfitta, Gesù, anziché deprimersi, si stupisce, si incanta di Dio: una meraviglia.Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro: le sue mani, dove appoggiare la stanchezza e riprendere il fiato del coraggio.Imparate da me… Andare da Gesù è andare a scuola di vita. Quest’uomo senza poteri ma regale, libero come il vento, che nessuno ha mai potuto comprare o asservire e fonte di libere vite, insegna a vivere bene.
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P. Ermes Ronchi
Che cosa è il potere e qual è la vera libertà? Il tema torna oggi: le Letture celebrano la potestà infinita di Dio, Padre buono, che dona in abbondanza ai suoi figli e assicura loro una regalità autentica. La grande tentazione del “principe di questo mondo” è in ogni tempo legata alle sicurezze terrene, all’ambizione della supremazia sugli altri, al desiderio di essere riconosciuti e onorati (cfr. Matteo 4,1- 11): con queste lusinghe, oerte anche a Gesù, il nemico ci allontana dalla nostra verità di gli e ci induce a pensare che il Signore non ci ama veramente se non esaudisce i nostri desideri umani.
È questo «il dominio della carne», che rende schiavi e uccide: i battezzati sono sottratti a esso perché sono entrati, in Cristo «risuscitato dai morti», nella Vita nuova dei figli e in loro «abita lo Spirito» di Gesù (II lettura, Romani 8). Egli ci mostra oggi la dimensione del cuore che caratterizza i figli, i quali sanno di possedere tutto in Dio! Di fronte alla carcerazione del Battista e a diverse ostilità, descritte dopo il discorso apostolico che abbiamo meditato nelle scorse domeniche (Matteo 10), mentre è rifiutato dal popolo, in mezzo al quale pure ha operato prodigi e annunciato la salvezza, Gesù conserva la consapevolezza di essere il Figlio amato, parla apertamente e poi si mette in preghiera: non chiede cose, potere, riconoscimenti, ma ringrazia il Padre per aver scelto gli ultimi del mondo e per la sua benevolenza.
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Laura Paladino