Letture: Atti 1,1-11; Salmo 46; Efesini 4,1-13; Marco 16,15-20
Potrebbe essere un altro Venerdì Santo oggi, un altro giorno di dolore e di separazione dal Maestro e stavolta senza nemmeno avere un corpo da abbracciare, da profumare. Potrebbe essere oggi il giorno dell’addio definitivo. Ma qualcosa è cambiato: la resurrezione ha aperto orizzonti, ha strappato veli e sudari, ha bucato la terra e il cielo. Gesù se ne va e lascia ad un gruppetto di uomini rozzi e confusi un mandato da brividi: “andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a tutte le creature” ed è come se avesse preso le loro braccia e le loro gambe e le avesse allungate all’infinito, in una moltiplicazione di slancio e movimento.
Non lo fermi Dio, vorresti fermarlo e trattenere, ma Lui trova sempre fessure in cui incunearsi, trova sempre spazi da cui entrare: le porte chiuse in faccia lo fanno sorridere. Ed oggi trova il modo di andarsene e restare, di sedere alla destra del Padre e rimanere a camminare sulla terra, continuando a portare la sua tenerezza. “Andate voi, ma io sono con voi e non solo nel ricordo o nel racconto di ciò che abbiamo vissuto”. Lo abbiamo letto: “Il Signore operava insieme con loro”; bellezza infinita di questa piccola parola, “insieme”, che azzera ogni solitudine e afferma invece che ogni vita è una “vita con”.
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Don Luigi Verdi
Uno dei temi di questo brano del Vangelo di Marco è quello dell’evangelizzazione. «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura», dice Cristo agli apostoli prima di ascendere in cielo. E ancora al versetto 20: «Allora essi partirono e predicarono dappertutto». L’enfasi è sul dappertutto. Come altri passi dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli, il versetto allude al fatto che tutto il mondo sarà sottoposto alla diffusione della Parola di Dio, che tutto il mondo la conoscerà.
Il problema nasce quando improvvisamente nel Cinquecento, con le scoperte geografiche, appaiono popoli interi che di questa parola sembrano essere non nemici, come i musulmani, ma del tutto ignari, come gli indios delle Americhe. Che ne era della profezia rassicurante dei testi cristiani? Nella sua Storia d’Italia (VI, 30) Francesco Guicciardini allude allo stupore dei teologi di fronte a questa scoperta: «Né solo ha questa navigazione confuso molte cose affermate dagli scrittori delle cose terrene, ma dato, oltre a ciò, qualche anzietà agli interpreti della scrittura sacra, soliti a interpretare […] che la fede di Cristo fusse, per la bocca degli apostoli, penetrata per tutto il mondo».
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Anna Foa
Ascensione del Signore
Anno B
Letture: Atti 1,1-11; Salmo 46; Efesini 4,1-13; Marco 16,15-20
Potrebbe essere un altro Venerdì Santo oggi, un altro giorno di dolore e di separazione dal Maestro e stavolta senza nemmeno avere un corpo da abbracciare, da profumare. Potrebbe essere oggi il giorno dell’addio definitivo. Ma qualcosa è cambiato: la resurrezione ha aperto orizzonti, ha strappato veli e sudari, ha bucato la terra e il cielo. Gesù se ne va e lascia ad un gruppetto di uomini rozzi e confusi un mandato da brividi: “andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a tutte le creature” ed è come se avesse preso le loro braccia e le loro gambe e le avesse allungate all’infinito, in una moltiplicazione di slancio e movimento.
Non lo fermi Dio, vorresti fermarlo e trattenere, ma Lui trova sempre fessure in cui incunearsi, trova sempre spazi da cui entrare: le porte chiuse in faccia lo fanno sorridere. Ed oggi trova il modo di andarsene e restare, di sedere alla destra del Padre e rimanere a camminare sulla terra, continuando a portare la sua tenerezza. “Andate voi, ma io sono con voi e non solo nel ricordo o nel racconto di ciò che abbiamo vissuto”. Lo abbiamo letto: “Il Signore operava insieme con loro”; bellezza infinita di questa piccola parola, “insieme”, che azzera ogni solitudine e afferma invece che ogni vita è una “vita con”.
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Don Luigi Verdi
Uno dei temi di questo brano del Vangelo di Marco è quello dell’evangelizzazione. «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura», dice Cristo agli apostoli prima di ascendere in cielo. E ancora al versetto 20: «Allora essi partirono e predicarono dappertutto». L’enfasi è sul dappertutto. Come altri passi dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli, il versetto allude al fatto che tutto il mondo sarà sottoposto alla diffusione della Parola di Dio, che tutto il mondo la conoscerà.
Il problema nasce quando improvvisamente nel Cinquecento, con le scoperte geografiche, appaiono popoli interi che di questa parola sembrano essere non nemici, come i musulmani, ma del tutto ignari, come gli indios delle Americhe. Che ne era della profezia rassicurante dei testi cristiani? Nella sua Storia d’Italia (VI, 30) Francesco Guicciardini allude allo stupore dei teologi di fronte a questa scoperta: «Né solo ha questa navigazione confuso molte cose affermate dagli scrittori delle cose terrene, ma dato, oltre a ciò, qualche anzietà agli interpreti della scrittura sacra, soliti a interpretare […] che la fede di Cristo fusse, per la bocca degli apostoli, penetrata per tutto il mondo».
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Anna Foa