XIII domenica

Tempo ordinario, Anno B

Letture: Sapienza 1,13-15; 2,23-24; Salmo 29 ; Seconda Corinzi 8,7.9.13-15; Marco 5,21-43

Le storie si intrecciano, morte e vita si impastano e quando c’è di mezzo Dio possiamo esser sicuri che abbonderà solo la vita. Sembra quasi di stare là, leggendo questo brano di Vangelo, tra donne e bambine, con padri di famiglia e una moltitudine di gente che pigia. E Gesù lo vediamo in cammino, con calma, senza fretta, nonostante la morte che bussa alla porta di Giairo: l’ansia non lo prende, solo una folla che spinge, una ressa di curiosi che intralciano il cammino. Lui se ne va tranquillo, a dare ancora una volta uno scacco alla paura, a sconfiggere la nostra impotenza davanti al dolore.

Le storie si intrecciano e si intrecciano anche le mani oggi: «Vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva»; e poi la mano dell’emorroissa, che tocca il mantello alle spalle; e la mano di Gesù, che afferra quella della bimba per strapparla al sonno della morte. La nostra fede ha bisogno di mani più che di pensieri e filosofie, si alimenta di gesti concreti, passa attraverso speranze irrazionali «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti…, Non temere, tu continua ad aver fede» : anche a costo di essere insultati, anche se il rischio è quello di attirare sberleffi e sorrisetti sarcastici la fede si intreccia alla paura e con lei tesse fili di incredibile fattura.

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Don Luigi Verdi

 

Nell’odierna domenica, l’evangelista Marco ci presenta il racconto di due guarigioni miracolose che Gesù compie in favore di due donne: la figlia di uno dei capi della Sinagoga, di nome Giàiro, ed una donna che soffriva di emorragia. Sono due episodi in cui sono presenti due livelli di lettura; quello puramente fisico: Gesù si china sulla sofferenza umana e guarisce il corpo; e quello spirituale: Gesù è venuto a guarire il cuore dell’uomo, a donare la salvezza e chiede la fede in Lui. Nel primo episodio, infatti, alla notizia che la figlioletta di Giàiro è morta, Gesù dice al capo della Sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!», lo prende con sé dove stava la bambina ed esclama: «Fanciulla, io ti dico: alzati!». Ed essa si alzò e si mise a camminare.

San Girolamo commenta queste parole, sottolineando la potenza salvifica di Gesù: «Fanciulla, alzati per me: non per merito tuo, ma per la mia grazia. Alzati dunque per me: il fatto di essere guarita non è dipeso dalle tue virtù» (Omelie sul Vangelo di Marco, 3). Il secondo episodio, quello della donna affetta da emorragie, mette nuovamente in evidenza come Gesù sia venuto a liberare l’essere umano nella sua totalità. Infatti, il miracolo si svolge in due fasi: prima avviene la guarigione fisica, ma questa è strettamente legata alla guarigione più profonda, quella che dona la grazia di Dio a chi si apre a Lui con fede. La seconda fase è quando Gesù dice alla donna: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male!».

Questi due racconti di guarigione sono per noi un invito a superare una visione puramente orizzontale e materialista della vita. A Dio noi chiediamo tante guarigioni da problemi, da necessità concrete, ed è giusto, ma quello che dobbiamo chiedere con insistenza è una fede sempre più salda, perché il Signore rinnovi la nostra vita, e una ferma fiducia nel suo amore, nella sua provvidenza che non ci abbandona. Non rivolgiamoci a Dio solo nei momenti bui della nostra vita. Ringraziamo il Signore ogni giorno chiedendoGli di avere sempre fede e fiducia in Lui perché, come scrive l’apostolo Paolo: «Chiunque crede in lui non sarà deluso» (cf Rm 10.11). I miracoli che vengono narrati nel Vangelo di questa domenica, ci mostrano la compassione di Gesù verso i sofferenti. Egli è attento ai bisogni delle persone, specialmente di quelle che sono emarginate e scartate dalla società. Gesù che si fa attento alla sofferenza umana ci fa pensare anche a tutti coloro che aiutano gli ammalati a portare la loro croce, in particolare i medici, gli operatori sanitari e quanti assicurano l’assistenza religiosa nelle case di cura.

Inoltre, questi miracoli rivelano la potenza di Gesù. Egli ha potere sulla malattia, sulla morte e su tutte le forze del male. Le storie della donna emorroissa e della figlia del capo della sinagoga ci invitano a credere in Gesù. Egli è il Messia, il Figlio di Dio, che è venuto nel mondo per portare la salvezza. Egli è un Padre amorevole che ha cura di noi e desidera il nostro bene. È un Padre misericordioso, sempre pronto ad accoglierci, a perdonarci e a donarci la sua guarigione e la sua salvezza. Apriamo il nostro cuore alla sua misericordia. Se ci rivolgiamo a Lui con fede, anche noi possiamo essere guariti dalle nostre infermità fisiche e spirituali. Chiediamo alla Vergine Maria, Salute degli infermi, di accompagnare il nostro cammino di fede e il nostro impegno di amore concreto specialmente verso chi è nel bisogno, mentre invochiamo la sua materna intercessione per i nostri fratelli che vivono una sofferenza nel corpo e nello spirito.

Don Lucio D’Abbraccio