Letture: Amos 7,12-15; Salmo 84; Efesìni 1,3-14; Marco 6,7-13
Eccoli i suoi amici, finalmente pronti a fare quel che avevano imparato dal loro Maestro, eccoli che spiccano il volo da soli, per mettere in pratica quel che avevano visto fare: guarire i malati, scacciare i demoni, annunciare che c’è un Dio vicino, così vicino che quasi non si vede.Eccoli i suoi amici, che portano in giro un sogno, con il vento in faccia e un vento nel cuore, sospinti solo dalle sue parole, ad azzardare un salto che sfida ogni legge di gravità: gli alberi possono volare, una pecora vale più delle altre novantanove, si può nascere ancora e tornare ad essere bambini.
Leggeri di una leggerezza disarmata e disarmante come quella di Gesù: solo un bastone su cui appoggiare i passi e un amico per posare la tristezza e l’allegria di quei passi, perché la strada si fa sempre con qualcuno, mai da soli. I sandali basteranno al cammino: non serviranno provviste e cambi d’abito, piuttosto fantasia e scioltezza, freschezza e quegli stessi occhi carichi d’amore con cui sono stati guardati e chiamati. Una casa li aspetterà e questo basterà: Dio cerca una casa, non un tempio, ma una casa dove spezzare il pane, dove ascoltare il cuore dell’altro, dove riposare e ridere e piangere insieme.
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Don Luigi Verdi
La vita è un grande viaggio durante il quale siamo chiamati continuamente a separarci da noi stessi, a seguire quel desiderio, spesso incerto, che ci anima. Il viaggio inevitabilmente ci trasforma, la vita ci attraversa, gli incontri ci cambiano. C’è una pedagogia nel viaggio, una pedagogia che si riflette nelle consegne affidate da Gesù ai discepoli prima di inviarli, come leggiamo nel testo del Vangelo di questa domenica. Nel tempo, queste consegne sono diventate le caratteristiche dell’antica esperienza spirituale del pellegrinaggio: camminare verso una meta che è prima di tutto radicata dentro se stessi.
Il viaggio dunque ci costringe a una separazione, è un invito a lasciare o un’occasione per spezzare i legami con quello che ci sta bloccando, con quello che ci tiene fermi. In genere ciò che spinge a spezzare i legami e a partire è un desiderio. Il viaggio comincia quindi con un desiderio, un desiderio che non è mai completamente chiaro. Il desiderio è sempre incertezza e determinazione insieme. È una spinta spesso incerta, ma efficace per poter cominciare. È per esempio l’esperienza di Abramo, invitato da Dio a lasciare la casa di suo padre e a mettersi in cammino verso una meta non ben definita, eppure è proprio in quel momento che la vita di Abramo finalmente comincia.
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P. Gaetano Piccolo
XV domenica
Tempo ordinario, Anno B
Letture: Amos 7,12-15; Salmo 84; Efesìni 1,3-14; Marco 6,7-13
Eccoli i suoi amici, finalmente pronti a fare quel che avevano imparato dal loro Maestro, eccoli che spiccano il volo da soli, per mettere in pratica quel che avevano visto fare: guarire i malati, scacciare i demoni, annunciare che c’è un Dio vicino, così vicino che quasi non si vede.Eccoli i suoi amici, che portano in giro un sogno, con il vento in faccia e un vento nel cuore, sospinti solo dalle sue parole, ad azzardare un salto che sfida ogni legge di gravità: gli alberi possono volare, una pecora vale più delle altre novantanove, si può nascere ancora e tornare ad essere bambini.
Leggeri di una leggerezza disarmata e disarmante come quella di Gesù: solo un bastone su cui appoggiare i passi e un amico per posare la tristezza e l’allegria di quei passi, perché la strada si fa sempre con qualcuno, mai da soli. I sandali basteranno al cammino: non serviranno provviste e cambi d’abito, piuttosto fantasia e scioltezza, freschezza e quegli stessi occhi carichi d’amore con cui sono stati guardati e chiamati. Una casa li aspetterà e questo basterà: Dio cerca una casa, non un tempio, ma una casa dove spezzare il pane, dove ascoltare il cuore dell’altro, dove riposare e ridere e piangere insieme.
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Don Luigi Verdi
La vita è un grande viaggio durante il quale siamo chiamati continuamente a separarci da noi stessi, a seguire quel desiderio, spesso incerto, che ci anima. Il viaggio inevitabilmente ci trasforma, la vita ci attraversa, gli incontri ci cambiano. C’è una pedagogia nel viaggio, una pedagogia che si riflette nelle consegne affidate da Gesù ai discepoli prima di inviarli, come leggiamo nel testo del Vangelo di questa domenica. Nel tempo, queste consegne sono diventate le caratteristiche dell’antica esperienza spirituale del pellegrinaggio: camminare verso una meta che è prima di tutto radicata dentro se stessi.
Il viaggio dunque ci costringe a una separazione, è un invito a lasciare o un’occasione per spezzare i legami con quello che ci sta bloccando, con quello che ci tiene fermi. In genere ciò che spinge a spezzare i legami e a partire è un desiderio. Il viaggio comincia quindi con un desiderio, un desiderio che non è mai completamente chiaro. Il desiderio è sempre incertezza e determinazione insieme. È una spinta spesso incerta, ma efficace per poter cominciare. È per esempio l’esperienza di Abramo, invitato da Dio a lasciare la casa di suo padre e a mettersi in cammino verso una meta non ben definita, eppure è proprio in quel momento che la vita di Abramo finalmente comincia.
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P. Gaetano Piccolo