XXXI domenica

Tempo ordinario, Anno B

Letture: Deuteronomio 6,2-6; Salmo 17; Ebrei 7,23-28; Marco 12,28-34

Per cosa o per chi rispettare un comandamento? E poi, ne vale la pena? E quale prima di tutti? Quale tra tutti quelli che devo rispettare riuscirà a significarmi il senso della vita? Questo sembra chiedere lo scriba a Gesù. Una richiesta di senso, una domanda esistenziale, non una gerarchia di valori, ma una direzione sulla quale impegnarmi, l’orientamento verso il quale giocare la mia vita. Nel mare confuso di tutti i comandamenti (gli ebrei ne avevano più di 600) ce ne sarà almeno uno che potrà farmi da stella polare, verso il quale dirigere lo sguardo e tenerlo fisso per non perdermi, per non smarrire la mia vita.

E la risposta di Gesù, nella frammentazione della Legge, riunifica e salda, congiunge i brandelli, fonde le schegge impazzite dell’essere umano: «con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente». Non sono spezzato, non esistono divisioni o separazioni o limiti netti nella creatura di Dio, non c’è un’anima che vale più della mente: sono uno, impastato di cellule e sogni, di fibre e desideri, di atomi e preghiera. La stessa pasta del mio prossimo, che è fatto come me e come me amabile.

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Don Luigi Verdi

 

Qual è, fra tutti, il più grande comandamento? Aiutaci a ritornare al semplice, al principio di tutto. Gesù lo fa, uscendo dagli schemi con una risposta che tra i comandamenti non c’è. Che bella la libertà, l’intelligenza anti conformista di Gesù, icona limpidissima della libertà e dell’immaginazione. La risposta comincia con un verbo: tu amerai, al futuro, a indicare una storia in-finita, perché l’amore è il futuro del mondo, perché senza amore non c’è futuro per l’umanità.

Prima però del “più grande” Gesù evoca un “comandamento zero”: shemà, ascolta, ricordati, non dimenticare, tienilo legato al polso, mettilo come sigillo sul cuore, come gioiello davanti agli occhi. Fa tenerezza un Dio che chiede: “Ascoltami, per favore”. Ascoltare è amare. Amerai con tutto il cuore; non da sottomesso, ma da innamorato. Qualcuno ha proposto un’altra traduzione: amerai Dio con tutti i tuoi cuori. Come a dire: con il tuo cuore di luce e con il cuore d’ombra, amalo con il cuore che crede e anche con il cuore che dubita; come puoi, come riesci, magari col fiatone, quando splende il sole e quando si fa buio, e a occhi chiusi quando hai un po’ paura, anche con le lacrime.

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Fra Ermes Ronchi