Battesimo del Signore

Anno C

Letture: Isaia 40,1-5.9-11; Salmo 103; Tito 2,11-14;3,4-7; Luca 3,15-16.21-22

Si saranno guardati? Si saranno riconosciuti Giovanni e Gesù? E avrà avuto un sussulto il cuore di Giovanni mentre faceva scorrere l’acqua sul capo di Chi si era messo in fila con tutti gli altri, uguale e nascosto, silenzioso e umile? E cosa sarà passato in quello sguardo, quale capriola dei nervi e della pelle avrà fatto stavolta il Battista? Non ce lo racconta il vangelo di Luca, ma mi piace immaginare che, nell’incrocio di quegli occhi, ci sia stata come una consegna, un passaggio di testimone: dall’acqua al fuoco, dal “non ancora” all’“ecco”.

E immagino la sorpresa negli occhi di Giovanni nel trovarselo davanti, lui che, con voce di tuono, proclamava un Messia fustigatore, trionfante, giudice severo, scopre un Messia che condivide la sorte di tutti. Un Messia che si mescola. Senza pudore, senza vergogna. In fila con i peccatori, in fila con tutti gli altri senza pretendere privilegi o almeno un cedere il posto, confuso tra tutti, Gesù aspetta quel po’ di acqua sul capo e, una volta ricevuto il battesimo, si ferma a pregare: è questo che fa aprire il cielo?

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Don Luigi Verdi

 

«Del battesimo di Gesù parlano tutti e quattro gli evangelisti, ma lo fanno quasi con disagio: si tratta del Figlio di Dio confuso tra la folla dei peccatori, che accorrono da Giovanni Battista per sottomettersi a un rito di penitenza». Il catechismo degli adulti della Conferenza Episcopale Italiana, La Verità vi farà liberi (sopra il par. 179), non ignora i problemi connessi con il battesimo di Gesù. Un episodio imbarazzante, soprattutto per due questioni: il rapporto di Gesù con il Battista e il battesimo per la remissione dei peccati che questi impartiva, secondo quanto scritto in Lc 3,3. Gesù aveva forse bisogno di essere perdonato da peccati? Per tentare di rispondere, seguiamo il filo della pagina del racconto odierno, nella versione lucana.

In fila con i peccatori. Solo Luca ci dice che Gesù ricevette il battesimo dopo che tutto il popolo era stato battezzato: «quando tutto il popolo fu battezzato» (3,21). Gesù si mette in fila come gli altri, è l’ultimo di un lungo corteo. Non chiede un pass per scavalcare e arrivare prima o avere posti preferenziali. Quello che si celebra nel tempo di Natale – che con la festa di oggi si chiude – è il mistero dell’incarnazione, e l’immersione nel Giordano è un segno che dice quale sorte ha condiviso la Parola fatta carne: quella dei peccatori. Come scrive Paolo, «colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio» (2Cor 5,21). Quale natura è stata redenta, cioè assunta dall’incarnazione? La nostra, in tutte le sue cose belle ma anche in tutte le sue debolezze. Tale solidarietà è talmente profonda, che il battesimo nel Giordano, scrive ancora il catechismo CEI, «appare quasi un preludio del supremo “battesimo” nelle acque della morte per i nostri peccati».

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P. Giulio Michelini