Letture: Genesi 3,9-15.20; Salmo 97; Efesini 1,3-6.11-12; Luca 1,26-38
Le abbiamo dato molti nomi, l’abbiamo rivestita di mantelli e corone e fatto indossare gioielli che non le sono mai appartenuti, l’abbiamo dipinta e plasmata come fosse una bambola: eppure Maria è una ragazza semplice ed essenziale, «piena di grazia» perché conserva intatta la bellezza di Dio, capace di fare spazio nel suo cuore all’incredibile e all’impossibile, una ragazza con un cuore largo. Tutto avviene nella ferialità di una casa, magari mentre sta rifacendo il letto o è intenta a lavare le scodelle della colazione.
Non nel tempio, non mentre sta facendo riti di preghiera: Dio la sorprende nel bel mezzo della vita e Maria si lascia sorprendere. Non capisce e interroga, si turba e rimane disponibile, resta umile ma mai servile. Ne abbiamo voluto fare quasi l’icona della passività eppure, nell’incontro con l’Angelo, Maria discute, chiede spiegazioni. E si fida. Ora capiamo perché Dio l’ha scelta, Dio in lei ha puntato alla bellezza e alla tenerezza, quella tenerezza che accetta il rischio, che non ha paura, che scommette su Dio.
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Don Luigi Verdi
Oggi è festa di Gesù, santo, immacolato nella carità, figlio di Dio fin da prima della creazione del mondo. Ugo di San Vittore si esprime così: “Tutta la divina Scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo, parla di Cristo e trova in Cristo il suo compimento” (De arca Noe, 2, 8). Noi oggi, come scriveva l’evangelista Giovanni (1,14), contempliamo “la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”.
Noi oggi celebriamo la nostra liturgia con Gesù, uomo come noi “escluso il peccato”(Eb 4,15-16). Sì, il mio occhio si ferma su Gesù, concepito uomo immacolato, figlio santo, fratello giusto. Oggi, nel pieno dell’Avvento, l’occhio si deve fermare sul Santo dei Santi, san Gesù di Nazareth, stella incandescente della nostra fede, prima ancora che fare l’elogio di luna Maria che vediamo brillare di luce indiretta nelle nostre notti, colpita dalla luce di Gesù mentre viaggia negli spazi siderali della storia della salvezza.
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Don Augusto Fontana
II domenica di Avvento e Immacolata Concezione
Anno C
Letture: Genesi 3,9-15.20; Salmo 97; Efesini 1,3-6.11-12; Luca 1,26-38
Le abbiamo dato molti nomi, l’abbiamo rivestita di mantelli e corone e fatto indossare gioielli che non le sono mai appartenuti, l’abbiamo dipinta e plasmata come fosse una bambola: eppure Maria è una ragazza semplice ed essenziale, «piena di grazia» perché conserva intatta la bellezza di Dio, capace di fare spazio nel suo cuore all’incredibile e all’impossibile, una ragazza con un cuore largo. Tutto avviene nella ferialità di una casa, magari mentre sta rifacendo il letto o è intenta a lavare le scodelle della colazione.
Non nel tempio, non mentre sta facendo riti di preghiera: Dio la sorprende nel bel mezzo della vita e Maria si lascia sorprendere. Non capisce e interroga, si turba e rimane disponibile, resta umile ma mai servile. Ne abbiamo voluto fare quasi l’icona della passività eppure, nell’incontro con l’Angelo, Maria discute, chiede spiegazioni. E si fida. Ora capiamo perché Dio l’ha scelta, Dio in lei ha puntato alla bellezza e alla tenerezza, quella tenerezza che accetta il rischio, che non ha paura, che scommette su Dio.
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Don Luigi Verdi
Oggi è festa di Gesù, santo, immacolato nella carità, figlio di Dio fin da prima della creazione del mondo. Ugo di San Vittore si esprime così: “Tutta la divina Scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo, parla di Cristo e trova in Cristo il suo compimento” (De arca Noe, 2, 8). Noi oggi, come scriveva l’evangelista Giovanni (1,14), contempliamo “la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”.
Noi oggi celebriamo la nostra liturgia con Gesù, uomo come noi “escluso il peccato”(Eb 4,15-16). Sì, il mio occhio si ferma su Gesù, concepito uomo immacolato, figlio santo, fratello giusto. Oggi, nel pieno dell’Avvento, l’occhio si deve fermare sul Santo dei Santi, san Gesù di Nazareth, stella incandescente della nostra fede, prima ancora che fare l’elogio di luna Maria che vediamo brillare di luce indiretta nelle nostre notti, colpita dalla luce di Gesù mentre viaggia negli spazi siderali della storia della salvezza.
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Don Augusto Fontana