VII domenica

Tempo ordinario, Anno C

Letture: Primo libro Samuele 26,2.7-9.12-13.22-23; Salmo 102; Prima Corinzi 15,45-49; Luca 6,27-38

Gesù è sempre in «direzione ostinata e contraria»: contrario a tutto ciò che è il mio istinto più immediato, più naturale, in fondo più umano. Amare i nemici, ma come si fa? Come amare chi mi umilia e mi calpesta, chi si diverte a farmi soffrire, chi sghignazza alle mie spalle, chi mi rende la vita impossibile? Come amare il nemico che affonda la sua lama nella mia carne e nella mia sensibilità, che fa ribollire in me la collera, la voglia di rivalsa, il desiderio di vendetta?

E non parla qui Gesù di perdono, che bene o male e più o meno forzatamente, prima o poi riuscirei anche a dare, ma proprio di amore: uno slancio in più, un salto nel regno dell’altro mondo, un volo verso la sproporzione più totale. Umanamente impossibile. Se pure mi sforzassi non ci riuscirei, se pure lo decidessi volontariamente sono sicuro che prima o poi rispunterebbe qualche vocina maliziosa in me e un dito si alzerebbe a giudicare, ad allontanare, subito pronto a graffiare.

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Don Luigi Verdi

 

Perdonare l’imperdonabile è il gesto più radicale dell’amore. Esiste ancora Abele, l’innocente? Siamo inseriti in un sistema di relazioni sociali e in una storia di peccato; non basta la nostra buona intenzione soggettiva per farci perdere la complicità con la violenza. Anche chi si ritira nell’eremo rischia di contribuire alla violenza collettiva se si sottrae allo sforzo comune di coloro che vogliono una società non violenta. «Tutte le creature sono connesse tra loro», scrive l’enciclica Laudato si’ al numero 42.

«Ma Gesù, quante guance aveva?», mi chiese l’amica L. abbandonata dal marito e non certo disposta a riprenderlo in casa dopo la seconda scappatella extraconiugale. Mi aveva raccontato la sua vicenda e aveva terminato così: «L’ho perdonato, ma non lo voglio più vedere. Buona sì, ma stupida no; io le due guance le ho già esaurite!». Innanzitutto mi rendo conto di quanto mi sia comodo disquisire e pontificare sulla pace in un ambiente non coinvolto direttamente da conflitti sanguinosi o da scontri per strappare un sacco di farina alla famiglia dei vicini per sopravvivere.

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Don Augusto Fontana