I domenica di Avvento

Anno C

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». 

Ci saranno segni nel sole, nella luna, nelle stelle. Il vangelo di Luca oggi non vuole raccontare la fine del mondo, ma il mistero del mondo; ci prende per mano, ci porta fuori dalla porta di casa, a guardare in alto, a percepire il cosmo pulsare attorno a noi, immensa vita che patisce, soffre, si contorce come una partoriente (Is13,8), ma per produrre vita. Ad ogni descrizione drammatica, segue un punto di rottura, un tornante che apre l’orizzonte, lo sfondamento della speranza e tutto cambia: ma voi risollevatevi e alzate il capo, la liberazione è vicina. Anche nel caos della storia e nelle tempeste dell’esistenza, il vento di Dio è sopra il mio veliero.

State attenti a voi stessi, che il cuore non diventi pesante! Verrà un momento in cui ci sentiremo col cuore pesante. Ho provato anch’io il morso dello sconforto, per me e per il mondo, ma non gli permetterò più di sedersi alla mia tavola e di mangiare nel mio piatto. Perché fin dentro i muscoli e le ossa io so una cosa: che non può esserci disperazione finché custodisco la testarda fedeltà all’idea che la storia è, nonostante tutte le smentite, un processo di salvezza.

Il dono dell’Avvento è un cuore leggero come la fiducia, quanto la speranza; non la leggerezza della piuma sbattuta dal vento, ma quella dell’uccello che fende l’aria e si serve del vento per andare più lontano. E poi un cuore attento, che legga la storia come un grembo di nascite: questo mondo porta un altro mondo nel grembo, un sogno da trasformare in vita, perché non si ammali. Vivete con attenzione, state attenti alle piccole enormi cose della vita. Scrive Etty Hillesum dal campo di sterminio: «Esisterà pur sempre anche qui un pezzetto di cielo che si potrà guardare, e abbastanza spazio dentro di me per poter congiungere le mani nella preghiera».

I Vangeli d’Avvento usano questo doppio registro: fanno levare il capo verso le cose ultime, verso Colui-che-si-fa-vicino, e poi abbassare gli occhi verso le cose di qui, dentro e attorno a noi. Lo fanno per aiutarci a vivere attenti, ad abitare la terra con passo leggero, custodi dei giorni e pellegrini dell’eterno, guardando negli occhi le creature e fissando gli abissi del cosmo, attenti al venire di Dio e al cuore che si fa stanco. Pronti ad un abbraccio che lo alleggerisca di nuovo, e lo renda potente e leggero come un germoglio.

Avvento: la vita è non è una costruzione solida, precisa, finita, ma è una realtà germinante (R. Guardini), fatta anche e soprattutto di germogli, a cui non ti puoi aggrappare, che non ti possono dare sicurezze, ma che regalano un sapore di nascite e di primavera, il profumo della bambina speranza (Péguy).

(Letture: Geremia 33, 14-16; Salmo 24; 1 Tessalonicesi 3, 12-14, 2; Luca 21, 25-28.34-36)

Ermes Ronchi
Avvenire

 

Per la prima domenica d’avvento la liturgia ci presenta il vangelo di Luca, l’ultimo importante discorso di Gesù. È il capitolo 21 dal versetto 25 al 36 con qualche interruzione che non si capisce il perché. Gesù risponde alla domanda che gli hanno fatto i discepoli quando lui ha annunziato la fine del tempio di Gerusalemme. Perché Gesù ha annunziato questo? Perché un’istituzione religiosa che anziché prendersi cura dei poveri, degli emarginati si fa mantenere da questi e quindi anziché comunicare vita toglie vita non c’ha diritto di esistere.

Di fronte a questo annuncio i discepoli gli chiedono Quali saranno i segni che tutto questo sta per avvenire? Ed ecco il discorso di Gesù Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti. Gesù prende una citazione del profeta Gioele, con la quale si annunziava l’arrivo del giorno del Signore, quindi è un linguaggio non reale, ma profetico, indica una cosa buona, positiva, l’arrivo del giorno del Signore.

Ma perché Gesù dice mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra? Perché quello che sembrava eterno, questi imperi, quello che sembrava stabile e duraturo, quello che sembrava vero, quello che sembrava sacro all’improvviso non lo è più. Lo stesso Sant’Agostino quando vedrà ormai scricchiolare l’impero romano penserà che era arrivata alla fine del mondo perché era inimmaginabile pensare il mondo senza la struttura dell’impero romano. Ebbene Gesù annunzia, e questo è di incoraggiamento per la comunità cristiana, che tutte queste potenze, questi giganti hanno tutti quanti i piedi di argilla e prima o poi crolleranno.

Ed ecco infatti l’annunzio positivo di Gesù le potenze dei cieli che cosa sono queste potenze dei cieli? Nei cieli significa avere la condizione divina ed il cielo è il luogo di Dio. Ebbene ci sono degli intrusi, ci sono delle realtà, delle istituzioni che pretendono avere la condizione divina. San Paolo nella lettera ai Colossesi indicherà queste potenze con il nome di “troni, dominazioni, principati, potestà”, tutti in relazione con il potere. Quindi ci sono questi intrusi nei cieli, infatti saranno sconvolte. È quello che in altri termini scrive Giovanni nel suo prologo “la luce splende nelle tenebre”. Con l’annunzio del messaggio di Gesù tutte le false divinità riveleranno quello che sono, appunto falsità, e cominceranno a cadere.

Allora queste potenze, questi che si sono arrogati la condizione divina cominceranno ad essere sconvolte e allora vedranno, Gesù non dice “vedrete”, non è una catastrofe che riguarda l’umanità, ma una catastrofe che riguarda ogni sistema di potere che sfrutta l’uomo per la propria convenienza. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza, ecco mentre le potenze dei cieli vengono sconvolte si vede la potenza del Figlio dell’uomo che non è la potenza del dominio, ma la potenza dell’amore che si fa generosità e servizio.

E Gesù, ecco la buona notizia, quando cominceranno ad accadere queste cose risollevatevi e alzate il capo, cioè riacquistate la vostra dignità, perché la vostra liberazione è vicina. Quindi non è un annuncio che mette paura, ma  un annuncio d’incoraggiamento: non c’è struttura del potere che prima o poi non sia destinata a crollare. Poi qui incomprensibilmente i liturgisti tagliano dei versetti che sono importanti, in particolare quando Gesù dice “così anche voi quando vedrete accadere queste cose sappiate che il regno di Dio è vicino”, perché? La distruzione di Gerusalemme del suo tempio permetterà finalmente l’ingresso anche dei pagani nel regno di Dio, quindi è un evento positivo. E l’assicurazione di Gesù, il cielo e la terra passeranno, cioè tutto passerà, ma le mie parole non passeranno. Quindi Gesù garantisce alla comunità che la forza del vangelo sarà più forte di qualunque potenza di dominio.

Però Gesù mette in guardia, dice state attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscono in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita. Il richiamo è alla parabola dei quattro terreni dove per la convenienza, per l’interesse si rende sterile il messaggio di Gesù. Allora Gesù li mette in guardia i discepoli perché se i discepoli si sono integrati in una società ingiusta, quella che deve scomparire, correranno la stessa sorte. Ed ecco allora Gesù che dice che questo giorno non vi piombi addosso all’improvviso come un laccio. Infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.

Quindi Gesù dice alla comunità: state svegli, state attenti, non vi conformate alla mentalità di questo mondo che è la mentalità basata sull’egoismo, sull’interesse, sulla provenienza, altrimenti come sono destinate a scomparire tutte queste potenze, così rischiate voi di fare la stessa fine. Ecco allora l’invito di Gesù vegliate, cioè stati svegli, in ogni momento pregando perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e comparire davanti al Figlio dell’uomo, letteralmente stare di fronte e stare in piedi al Figlio dell’uomo. Allora questo messaggio è un messaggio di grande incoraggiamento per la comunità: la comunità che è fedele al vangelo sarà veramente la luce che splende nelle tenebre e farà sì che le tenebre che soffocano l’umanità poco a poco si dissipino.

p. Alberto Maggi
Il dialogo