
Il nuovo vademecum della CEI sulle comunità energetiche rinnovabili
Lo strumento pensato per gli enti ecclesiastici e religiosi affronta aspetti etici, tecnici, economici, giuridici e procedurali.
in collaborazione con
Rete Sicomoro, in collaborazione con Enel X, si propone di dare supporto agli enti ecclesiastici e religiosi e alle organizzazioni non profit nella creazione e gestione delle comunità energetiche rinnovabili.
In alcuni luoghi, si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l’autosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso. Questo semplice esempio indica che, mentre l’ordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilità, l’istanza locale può fare la differenza.
Papa Francesco, Laudato si’ (179)
Vogliamo che tutte le comunità dei fedeli in tutte le parrocchie italiane avviino un progetto e diventino comunità energetiche.
Mons. Filippo Santoro, 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani 2021
Una comunità energetica rinnovabile (CER) è un soggetto giuridico (ad esempio un’associazione):
• composta da almeno due soggetti diversi titolari di un punto di connessione alla rete;
• con il possesso o la piena disponibilità di almeno un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili;
• che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria;
• i cui membri possono essere persone fisiche, enti e organizzazioni, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali;
• il cui obiettivo principale è fornire benefici ambientali, economici e sociali ai propri membri.
Nella creazione e gestione di una comunità energetica rinnovabile Enel X:
• predispone la documentazione necessaria alla sua costituzione (statuto, regolamento…);
• seleziona i soci con un profilo energetico adeguato;
• progetta e realizza l’impianto (la potenza nominale massima del singolo impianto non può essere superiore a 1 MW), occupandosi anche della sua eventuale manutenzione;
• la affianca nella gestione tecnica e amministrativa nei confronti del Gestore dei Servizi Energetici;
• implementa la piattaforma informatica per la sua gestione operativa.
Il livello di sostenibilità energetica migliora in quanto l’energia è prodotta da fonti rinnovabili ed è a km zero, si riduce l’uso dei combustibili fossili e si limitano le emissioni di anidride carbonica.
Ad esempio, una comunità energetica rinnovabile che installi un impianto fotovoltaico da 200 kW con una produzione media di 244 MWh/anno evita la combustione di 313 barili di petrolio equivalenti all’anno che causerebbero l’immissione in atmosfera di 121 tonnellate di CO₂ all’anno, per il cui assorbimento servirebbero 6.089 alberi.
I vantaggi si manifestano a livello di comunità, perché ogni membro trae beneficio dall’essere parte della comunità energetica rinnovabile.
Essa è anche una misura contro la povertà energetica in quanto tutti possono farvi parte, come i consumatori che fanno fatica a pagare le bollette e non hanno la possibilità di installare un impianto per conto proprio.
Oltre ai risparmi sui propri consumi per i produttori di energia, la CER permette di distribuire ai soci parte dei ricavi ottenuti sotto forma di bonus economico, liberando risorse per svolgere le proprie attività e sostenere la comunità in cui si opera.
I ricavi derivano:
• dalla vendita al Gestore dei Servizi Energetici dell’energia prodotta e immessa in rete al prezzo di mercato della Borsa elettrica;
• dalla ricezione di tariffe incentivanti sull’energia autoconsumata per 20 anni: fino a 130 €/MWh a seconda di potenza e localizzazione dell’impianto e prezzo di mercato dell’energia e un corrispettivo fisso determinato annualmente (nel 2023 8,48 €/MWh).
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Lo strumento pensato per gli enti ecclesiastici e religiosi affronta aspetti etici, tecnici, economici, giuridici e procedurali.
Il documento stabilisce modalità e tempistiche per accedere al servizio per l’autoconsumo diffuso e al contributo del PNRR.
Il decreto del Ministero dell’Ambiente regolamenta la contribuzione in conto capitale per coprire i costi di sviluppo delle CER.
Il decreto del Ministero dell’Ambiente regolamenta le modalità di incentivazione dell’energia autoconsumata nelle CER.
Il decreto del Ministero dell’Ambiente disciplina criteri e modalità per la concessione dei contributi destinati alle CER.
Le CER rendono più sostenibili i modi con cui alimentiamo i sistemi di riscaldamento, i veicoli, gli strumenti tecnologici.
Entrambi consentono a dei soggetti di associarsi per condividere energia da fonti rinnovabili, ma ci sono sostanziali differenze.
L’iter è ancora in corso e senza certe regole tecniche operative le CER non possono essere pienamente sviluppate.
Dal monitoraggio e dall’ottimizzazione delle prestazioni energetiche fino alla ripartizione equa dei benefici economici.
Dall’amministratore ai soci, dal referente al gestore della configurazione, sono diverse le figure necessarie in una CER.
L’iter che porta alla creazione del soggetto giuridico alla base di una CER, al quale i membri si possono associare.
Per creare e sviluppare una CER ci sono molte azioni tecniche da compiere e aspetti specialistici con cui confrontarsi.
Ci sono diverse modalità per dotarsi di un impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile: vediamo quali.
Questo particolare impianto elettrico è fondamentale perché circoscrive il perimetro entro cui è possibile costituire una CER.
Che cos’è una CER? Chi è il prosumer? Cosa si intende per energia condivisa per l’autoconsumo? Cos’è una cabina primaria?
Il segretario delle Settimane sociali suggerisce di raccogliere informazioni sulle CER e coinvolgere un tecnico per farsi aiutare.
Le CER, basate sulla produzione e condivisione di energia da fonti rinnovabili, hanno ricadute positive sulla natura e sulla società.
Di fronte ai rincari dei costi dell’energia e alle situazioni di povertà energetica, la CER è una soluzione concreta e percorribile.
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