Nel mondo il numero delle pene capitali continua a calare nonostante in alcuni stati le esecuzioni siano in aumento.
Nel mondo il numero delle pene capitali continua a calare nonostante in alcuni stati le esecuzioni siano in aumento.
Nonostante alcuni stati abbiano aumentato il numero delle esecuzioni capitali, nel 2020 si è registrata una tendenza globale verso la diminuzione dell’uso di questa pena. Secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International, escludendo le nazioni che considerano i dati sulle condanne a morte un segreto di stato e ne impediscono un monitoraggio indipendente (come Cina, Corea del Nord, Siria, Vietnam), nel mondo ci sono state almeno quattrocentottantatre esecuzioni, il ventisei per cento in meno rispetto all’anno precedente e addirittura il settanta per cento in meno rispetto al picco del 2015. Anche le condanne capitali note, almeno 1477, sono diminuite del trentasei per cento, anche se in diversi casi a causa di rinvii giudiziari legati alla pandemia da Covid-19.
Come di consueto, la Cina è sempre considerata al primo posto mondiale, con probabilmente migliaia di persone uccise. Seguono Iran (almeno 246 esecuzioni), Egitto (almeno 107), Iraq (almeno 45) e Arabia Saudita (almeno 27), che insieme sono responsabili dell’88 per cento delle condanne capitali note nel 2020. Nella Repubblica islamica iraniana le esecuzioni mortali continuano a essere in numero inferiore rispetto agli anni precedenti, mentre nello stato egiziano sono addirittura triplicate rispetto al 2019. In Iraq sono diminuite di oltre la metà e in Arabia Saudita dell’ottantacinque per cento. Rispetto all’anno passato, nessuna esecuzione ha avuto luogo in Bahrein, Bielorussia, Giappone, Pakistan, Singapore e Sudan.
Per quanto riguarda le condanne a morte, sono aumentate del quarantasei per cento in Indonesia (117) e del diciotto per cento in Zambia (119), il massimo nell’Africa subsahariana. Negli Usa, unica nazione delle Americhe ad averle eseguite, l’amministrazione Trump ha ordinato la prima esecuzione federale degli ultimi diciassette anni, mettendo a morte dieci condannati, e cinque stati ne hanno eseguito sette. Condanne a morte sono state emesse anche in India, Laos, Malesia, Singapore, Taiwan, Sri Lanka, Thailandia, Vietnam, Bangladesh, Pakistan, Oman e Qatar.
Invece, l’anno scorso il Ciad e lo statunitense Colorado hanno abolito la pena di morte, mentre il Kazakhistan si è impegnato ad abolirla e le Barbados ne hanno cancellato l’obbligatorietà. Sono ormai centoquarantaquattro le nazioni che l’hanno tolta dal proprio codice penale o dalla prassi, centootto dei quali per tutti i reati. Nonostante le difficoltà causate della pandemia, si spera che questa tendenza prosegua.
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