Dopo quelle di Belgio e Irlanda e altre centoventi istituzioni cattoliche, prosegue la battaglia contro i cambiamenti climatici.
Dopo quelle di Belgio e Irlanda e altre centoventi istituzioni cattoliche, prosegue la battaglia contro i cambiamenti climatici.
La battaglia al repentino cambiamento climatico in corso non si combatte a parole, ma attraverso impegni concreti. Da anni il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, una coalizione di più di quattrocento organizzazioni cattoliche da tutti i continenti, sta chiedendo alle istituzioni cattoliche di disinvestire dalle compagnie che estraggono o producono combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) e di non destinare risorse a realtà che possiedano azioni e obbligazioni di queste società.
La Conferenza Episcopale Austriaca sta mettendo in pratica questi consigli, revisionando tutti i propri investimenti finanziari e quelli delle diocesi austriache e di tutti gli altri enti che gli ruotano attorno. È la terza conferenza episcopale a farlo dopo quelle di Belgio e Irlanda (in sintonia con l’impegno del mondo laico di questi Paesi) e si unisce ad altre circa centoventi istituzioni cattoliche che si sono impegnate a disinvestire, tra cui grandi banche cattoliche tedesche. Queste realtà rientrano tra le mille che nel mondo hanno disinvestito oltre 8.500 miliardi di dollari.
Il cardinale Christoph Schönborn, presidente della Conferenza Episcopale Austriaca, ha spiegato al termine dell’assemblea dello scorso marzo: «I vescovi hanno adottato le linee guida di investimento etico “Investimenti finanziari come cooperazione” […]. I criteri delle linee guida seguono la triade dell’etica cristiana ecumenica e sono la giustizia, la pace e l’attenzione per il Creato. […] I principi dell’investimento etico sono cambiamento, promozione e prevenzione e sono attuati attraverso criteri di esclusione concreti […]. I mezzi finanziari della Chiesa non devono esercitare un’influenza distruttiva sul clima del nostro pianeta».
Come riportato da FOCSIV, Tomás Insua, direttore esecutivo del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, ha dichiarato: «Il disinvestimento dai combustibili fossili della Conferenza Episcopale Austriaca è un passo profetico per la giustizia climatica. La comunità cattolica mondiale sta assumendo una leadership audace per proteggere le persone vulnerabili che urgentemente chiedono un cambiamento di rotta. Abbiamo solo pochi anni per piegare la curva delle emissioni di gas serra, e questa leadership visionaria da parte dei vescovi dell’Austria è un enorme passo nella giusta direzione».
Il vescovo Werner Freistetter, responsabile per gli Affari Internazionali della Conferenza Episcopale Austriaca, afferma: «Chiediamo alle altre istituzioni di unirsi al movimento di disinvestimento con i propri impegni, al fine di preservare la nostra casa comune per le generazioni attuali e future». Anja Appel, direttrice dell’Ufficio di coordinamento della Conferenza Episcopale Austriaca, ha aggiunto: «Noi cristiani e le nostre istituzioni abbiamo la responsabilità di prenderci cura del Creato e lavorare per la giustizia globale. Rientriamo in quella parte della popolazione mondiale che produce la maggior parte delle emissioni di gas serra e quindi, naturalmente, dobbiamo combattere la sua causa principale – l’uso di combustibili fossili. Questo importante passo mostra lo sforzo coerente dei vescovi austriaci per uniformarsi alle richieste dell’Accordo sul clima di Parigi».
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