Nella Repubblica Democratica del Congo i Padri Bianchi sostengono un’associazione di mutuo-soccorso femminile.
Nella Repubblica Democratica del Congo i Padri Bianchi sostengono un’associazione di mutuo-soccorso femminile.
Nella Repubblica Democratica del Congo, una vita di sofferenze e immani fatiche attende le donne che di mestiere fanno le portatrici. Provenienti dai quartieri più poveri e disagiati, vengono pagate pochissimo per trasportare enormi pesi a spalle: anche sedici centesimi di euro per recapitare centocinquanta chili di merce.
A Bukavu, la capitale del Sud del Kivu, portano al mercato il materiale scaricato dai battelli al porto e fanno decine di viaggi. Qui, centocinquanta donne tra le più povere e vulnerabili hanno fondato un gruppo di mutuo-soccorso, Femme debout (Donna in piedi), che aiuta a turno le socie ad avviare una piccola attività commerciale più sicura e remunerativa e meno gravosa, come piccoli chioschi e banchi dove vendere frutta e verdura. La leader dell’associazione Angèlique Kasi spiega all’Agenzia Fides:
«Le facchine si spezzano la schiena al mercato e sono considerate alla stregua di schiave. Vengono maltrattate e marginalizzate. La decisione di mettersi assieme e avviare un’attività di micro-credito ha permesso di rompere questo circolo vizioso di sfruttamento e miseria. Al momento tutte le socie che hanno ricevuto il prestito lo hanno regolarmente rimborsato nei termini e nei tempi concordati. Ma occorre fare molto di più.»
A garantire piccoli prestiti a queste donne intraprendenti, che si impegnano a restituire entro sei mesi, si sono aggiunti anche i Padri Bianchi, o Missionari d’Africa. Mettendo a disposizione dell’associazione qualche migliaio di euro, somma usata per fare un prestito tra i settanta e gli ottanta euro, contribuiscono a un progetto che responsabilizza le donne e le aiuta a cambiare il proprio destino.
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