Da uno dei paesi con meno libertà religiosa al mondo è trapelata la notizia di una famiglia cristiana imprigionata perché trovata a pregare.
Da uno dei paesi con meno libertà religiosa al mondo è trapelata la notizia di una famiglia cristiana imprigionata perché trovata a pregare.
Una domenica mattina, cinque persone appartenenti alla stessa famiglia si sono incontrate, come era loro abitudine, in una casa per pregare e meditare su alcuni passi della Bibbia. Ma ad attenderle c’erano alcuni poliziotti che, giunti sul posto in seguito alla segnalazione di un informatore, le hanno arrestate con l’accusa di aver promosso un’attività di preghiera clandestina. Siamo in Corea del Nord, uno dei diciassette Paesi in cui, secondo la Commissione statunitense per la libertà religiosa, avvengono sistematiche, continue e gravi violazioni del diritto di culto.
Come riporta AsiaNews, che si rifà a quanto rivelato da Radio Free Asia che è entrata in contatto con una fonte anonima, questa notizia è emersa recentemente, anche se il fatto risale al 30 aprile scorso. Il ritrovo era un’abitazione del villaggio di Tongam, nella provincia di Pyongan, e qui le forze dell’ordine hanno anche sequestrato dozzine di opuscoli biblici. Gli arrestati sono stati probabilmente mandati in un campo di rieducazione attraverso il lavoro, in realtà veri e propri lager. Infatti la Corea del Nord, dove le religioni sono vietate, è conosciuta per giustiziare e torturare le persone a causa delle loro fede.
La ferra dittatura ammette solo il culto della famiglia Kim, da decenni al potere. Così, tutti i materiali religiosi, come la Bibbia, sono illegali e per questo vengono contrabbandati di nascosto attraverso il confine cinese e diffusi tramite una rete segreta di chiese sotterranee. Il territorio dove sono avvenuti gli arresti ha da molto tempo legami con il cristianesimo: qui sorgeva un grande edificio ecclesiastico, sopravvissuto anche all’invasione giapponese nei primi anni del Novecento, quando fu introdotto lo shintoismo come religione di Stato. Nel villaggio erano già avvenuti in passato retate simili, sicuramente nel 1997 (quando al potere c’era il padre dell’attuale leader Kim Jong-un) e nel 2005. La vita dei cristiani nordcoreani continua dunque nell’ombra.
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