Sulla cosiddetta questione del gender è necessario ascoltare, ragionare e proporre

La Congregazione per l’Educazione Cattolica ha pubblicato un documento per una via di dialogo sulla questione del gender.

La Congregazione per l’Educazione Cattolica ha pubblicato, dopo un periodo di consultazione dei competenti Dicasteri della Santa Sede, il documento «Maschio e femmina li creò». Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione. Scritto per rispondere ai quesiti circa la cosiddetta questione del gender con anche il coinvolgimento di esperti di pedagogia, scienze dell’educazione, filosofia e diritto, esso intende condividere alcune riflessioni e orientamenti per superare ogni inconcludente contrapposizione polemica.

In questa materia è alto il rischio di fraintendimenti e conflitti ideologici e per superarli risultano opportuni tre atteggiamenti che favoriscano l’incontro con le esigenze delle persone e delle comunità: ascoltare, ragionare e proporre. Il documento parte dalla consapevolezza che oggi c’è una vera e propria emergenza educativa per quanto riguarda i temi dell’affettività e della sessualità e dall’assunto che la visione antropologica cristiana non può negare la differenza e la reciprocità di uomo e donna.

“Nell’intraprendere la via del dialogo sulla questione del gender nell’educazione è necessario tener presente la differenza tra l’ideologia del gender e le diverse ricerche sul gender portate avanti dalle scienze umane. Mentre l’ideologia pretende, come riscontra Papa Francesco, «di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili», ma cerca «di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini» e quindi preclude l’incontro, non mancano delle ricerche sul gender che cercano di approfondire adeguatamente il modo in cui si vive nelle diverse culture la differenza sessuale tra uomo e donna. È in relazione con queste ricerche che è possibile aprirsi all’ascolto, al ragionamento e alla proposta.”

Il documento si suddivide in tre capitoli dedicati all’ascoltare, al ragionare e al proporre e si conclude sottolineando che la via del dialogo è il percorso più efficace per trasformare le incomprensioni in una risorsa di sviluppo. Questo esige un sentito e accogliente avvicinamento all’altro, da intendersi come antidoto naturale alla cultura dello scarto e dell’isolamento.

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