La crescita dell’abbandono scolastico in Africa

In Nigeria 18 milioni di bambini non vanno a scuola, mentre in alcune regioni del Camerun l’80% degli istituti è chiuso.

In Nigeria, circa diciotto milioni e mezzo di bambini e bambine non hanno attualmente accesso all’istruzione. Questo numero è in forte crescita rispetto all’anno scorso e riguarda soprattutto le ragazze, che sono il 60% di coloro che sono esclusi dall’insegnamento. Nel nord del Paese, a maggioranza musulmana, tra le famiglie povere e rurali solo una giovane su quattro porta a termine la scuola media, in una situazione di discriminazione di genere aggravata dall’aumento dei casi segnalati di matrimoni e gravidanze precoci.

Come afferma l’Unicef e riporta Nigrizia, il motivo principale è l’abbandono scolastico causato dagli attacchi agli istituti da parte di jihadisti e bande criminali, che hanno portato alla chiusura di oltre undicimila scuole dal dicembre del 2020. Inoltre, nel 2021 circa millecinquecento studenti sono stati rapiti da uomini armati. La maggior parte di loro è stata rilasciata a fronte del pagamento di un riscatto, mentre alcuni sono ancora ostaggi dentro le foreste dove si nascondono i sequestratori.

Anche in altre parti del continente africano si possono vedere condizioni simili: in Zimbabwe il tasso di abbandono scolastico è salito al 47%, mentre nelle due regioni anglofone del Camerun occidentale sono chiuse oltre l’80% delle scuole e settecentomila bambini e bambine non vanno più in aula. In quest’ultimo caso, il motivo è il perpetrarsi del conflitto separatista in corso da ormai cinque anni tra il governo e la maggioranza francofona e la minoranza anglofona, la quale aveva iniziato a protestare per la francesizzazione di tutta la società. Gli insorti avevano invitato al boicottaggio delle scuole, continuato con le restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, e colpito istituti dandoli alle fiamme, facendo fuggire studenti e insegnanti e persino uccidendo minori. Pure qui, sono diventati sempre più diffusi i rapimenti e le estorsioni, in una crisi che non accenna a placarsi.