Minacciata dal crollo demografico della popolazione cristiana, questa lingua rischia di scomparire.
Minacciata dal crollo demografico della popolazione cristiana, questa lingua rischia di scomparire.
In Iraq il siriaco, l’antico dialetto che deriva dall’aramaico, rischia di scomparire. Dopo tre millenni di utilizzo, questa lingua che oggi viene parlata soprattutto nelle case e nelle famiglie – in alcune zone anche a scuola e durante le funzioni religiose nelle chiese – è minacciata dal crollo demografico dei cristiani, la cui popolazione negli ultimi vent’anni è passata da circa un milione e mezzo di individui a meno di quattrocentomila. Le guerre e le violenze confessionali, come quelle perpetrate dal sedicente Stato islamico, hanno inferto un duro colpo alla sua sopravvivenza.
Come riporta AsiaNews, una recente iniziativa del governo di Baghdad mira a valorizzare e promuovere l’uso del siriaco, proprio per far fronte al rischio che nel Paese diventi un idioma morto. Lo fa attraverso un canale televisivo in lingua, che è stato lanciato per proporre programmi su vari argomenti, dall’informazione all’intrattenimento, dall’arte alla storia. Ad Al-Syriania, per il quale lavorano quaranta dipendenti, si usa soprattutto una forma dialettale del siriaco, mentre per i notiziari si è optato per la forma classica, che però non viene compresa sa tutti.
Mariam Albert, giovane giornalista del canale, conferma: «È vero che parliamo siriaco a casa, ma sfortunatamente sento che la nostra lingua sta scomparendo, tanto lentamente quanto inesorabilmente. È importante avere una stazione televisiva che ci rappresenti». Jack Anwia, il direttore della rete televisiva, ricorda come una volta il siriaco fosse diffuso in tutto il Medio oriente e tutti, governo compreso, hanno il dovere di impedirne l’estinzione, perché «la bellezza dell’Iraq consiste anche nella sua grande diversità culturale e religiosa».
In un Paese in gran parte islamico (sciita) e nel quale le lingue ufficiali sono l’arabo e il curdo, il grande patrimonio linguistico, accanto a quello culturale e archeologico, è da riscoprire, salvaguardare e valorizzare in ogni suo aspetto, come sottolinea da tempo il cardinale Louis Raphael Sako, patriarca di Baghdad dei caldei. Per questo, il lavoro delle circa duecentosessantacinque scuole in cui viene insegnato il siriaco o quello delle persone che conservano antichi manoscritti in questa lingua è fondamentale. Il canale televisivo è uno strumento in più per preservare la storia dei cristiani iracheni.
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