Dieci anni di guerra in Siria e non è ancora finita

Sono più di tredici milioni i siriani in stato di bisogno umanitario, di cui la metà bambini, e la povertà affligge il 90% della popolazione.

A marzo di dieci anni fa iniziava la guerra in Siria. Sull’onda delle prime proteste della primavera araba in Egitto e Tunisia, una manifestazione di studenti scese in piazza per chiedere più democrazia al regime di Bashar al-Assad, legato a un gruppo dirigente alawita (setta minoritaria di derivazione sciita) in un Paese dove i sunniti rappresentavano il 65% della popolazione. Ma la voce pacifica del popolo prima fu soffocata nel sangue, poi si trasformò in una guerra civile, che negli anni successivi ha coinvolto potenze internazionali (Russia, Turchia, Iran, Stati Uniti, Israele), gruppi armati di varie estrazioni ideologico-politiche e gruppi terroristici della galassia jihadista come Daesh.

Come riporta un report di Caritas Italiana, i siriani in stato di bisogno umanitario hanno superato i tredici milioni, di cui quasi la metà bambini, e sono in continua crescita. Sempre tredici milioni sono le persone sfollate, più della metà della popolazione siriana prebellica, e sono in continuo aumento: metà ha trovato rifugio all’estero (soprattutto Turchia, Giordania, Libano, Germania), metà si è spostata all’interno della nazione, in particolare nelle aree del nord-ovest e del nord-est fuori dal controllo delle forze di Assad. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esse costituiscono il gruppo di sfollati forzati più numeroso al mondo.

In dieci anni di guerra, la quantità di morti è altissima. A causa dei tanti scontri armati non documentabili con fonti ufficiali e l’incognita dei decessi nelle prigioni, non esistono numeri ufficiali riconosciuti internazionalmente da organismi neutrali. Una stima del Syrian Observatory for Human Rights parla di 593.000 individui di cui più di 116.000 civili, i quali per l’osservatorio non governativo indipendente Syrian Network for Human Rights sono invece 226.779, di cui quasi 30.000 bambini.

La povertà affligge circa il 90% della popolazione siriana, con un aumento del 3-4% rispetto a un anno fa. Più di due milioni di persone sono in condizioni di povertà estrema, con il costo della vita per una famiglia media che nel 2020 è aumentato del 236%. Il continuo peggioramento della situazione non è tanto dovuto agli effetti degli scontri bellici, che sono diminuiti, ma alla povertà dilagante, alla crisi economica conseguente alla pandemia di Covid-19 e al crollo finanziario che ha colpito il confinante Libano. La tragedia della guerra in Siria continua ad avere proporzioni enormi.