Col digiuno quaresimale recuperiamo la nostra immagine a somiglianza di Dio

In questo tempo di conversione dobbiamo cambiare dall’interno per vivere in fraternità, pace e armonia.

Prima di Pasqua, che ci fa immergere nel mistero pasquale dandoci speranza e fiducia, il digiuno nel tempo di Quaresima è una pratica che può rafforzare il cammino del cristiano per vivere con Cristo e in Cristo. Come scrive il cardinale Louis Raphaël Sako su Settimana News, dopo la creazione, nella quale Dio era al centro di ogni cosa, l’essere umano ha iniziato a prendere scelte errate e a imboccare percorsi devianti, voltando le spalle al suo Creatore. Istinti, passioni e ambizioni hanno indurito il suo cuore e portato il male a manifestarsi tramite violenze, guerre, terrorismo, corruzione, distruzioni, soprusi. Le divisioni in nome del potere e del denaro sono oggi sempre più allarmanti, tali da turbare e spezzare i cuori delle persone. Nel caos i valori umani rischiano di essere abbandonati.

Il digiuno quaresimale è l’occasione per «dare alla nostra vita un nuovo orizzonte, per distinguere il bene dal male, il vero dal falso, scegliere ciò che Dio vuole, vivere in armonia gli uni con gli altri, convertirci e migliorarci, in uno spirito di umiltà, di riconciliazione e di saggezza», dice il patriarca cattolico dei caldei. Tale rinnovamento permette di recuperare l’identità dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio. Il digiuno, però, non è solo dal cibo: la parola “conversione” (metánoia) significa letteralmente “volgersi dal peccato verso Dio”. Siamo dunque invitati «a entrare nel Nuovo Testamento, nella sua logica, e a lasciare che lo Spirito Santo ci riempia, ci cambi dall’interno, affinché modifichi il nostro sguardo e il nostro modo di vivere, […] per lavorare insieme con coraggio allo scopo di diffondere la cultura della vita, della fraternità, della pace e della convivenza armoniosa, per risvegliare la società e realizzare la stabilità e il rispetto della dignità umana e della libertà».

Il digiuno serve per abbandonare le radici dell’egoismo, dell’indifferenza, dell’odio, della violenza, dell’ipocrisia. Serve per vivere nella sincerità, nell’integrità morale, nella misericordia, nell’amore. Il profeta Isaia raccomanda: «Non è questo piuttosto il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?» (Is 58,6-7).

Scegliendo questa via, che ci fa camminare fedelmente con Gesù, torneremo a dare con autenticità un esempio meraviglioso nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle società. Lo potremo fare consci di avere il sostegno del Signore, che ci è sempre vicino: «Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Così possiamo pregare con fiducia: «Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me» (Sal 23,4). Guardiamo all’esito glorioso di Cristo, che è passato alla risurrezione, alla vita e al rinnovamento, per raggiungere la pace nel nostro mondo avvolto nelle tenebre.