Documento finale del sinodo, la questione delle donne diacono resta aperta

I 155 paragrafi dell’ultimo atto della seconda fase del processo sinodale sono stati votati pressoché tutti quasi all’unanimità.

Questo sabato l’assemblea sinodale ha approvato i 155 paragrafi del Documento finale Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione, atto conclusivo della seconda sessione della sedicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi approvato da Papa Francesco. I suoi membri hanno scritto di aver compreso che «al cuore del Sinodo […] c’è una chiamata alla gioia e al rinnovamento della Chiesa nella sequela del Signore, nell’impegno al servizio della sua missione, nella ricerca dei modi per esserle fedeli» e che «Il cammino sinodale sta […] mettendo in atto ciò che il Concilio [Vaticano II] ha insegnato sulla Chiesa come Mistero e Popolo di Dio, chiamato alla santità attraverso una continua conversione che viene dall’ascolto del Vangelo. In questo senso costituisce un vero atto di ulteriore recezione del Concilio, ne prolunga l’ispirazione e ne rilancia per il mondo di oggi la forza profetica».

Essi non nascondono di aver sperimentato fatiche e trovato resistenze al cambiamento, a causa della tentazione di far prevalere le proprie idee sull’ascolto della Parola di Dio e sulla pratica del discernimento. Ma stanno già iniziando a vedere i primi frutti del percorso sinodale, iniziato nel 2021, in famiglie, parrocchie, associazioni, scuole e comunità religiose. Ora, il processo sinodale continua verso la terza e ultima fase, quella attuativa, in cui le Chiese locali individueranno modalità concrete e percorsi formativi per realizzare una tangibile conversione sinodale nelle varie realtà ecclesiali.

Il documento è diviso in cinque parti: “Il cuore della sinodalità” delinea i fondamenti e le prospettive teologiche e spirituali; “Insieme, sulla barca” è dedicata alla conversione delle relazioni che edificano la comunità cristiana e danno forma alla missione; “Gettate la rete” identifica le pratiche intimamente connesse del discernimento ecclesiale, dei processi decisionali e della cultura della trasparenza, del rendiconto e della valutazione; “Una pesca abbondante” illustra come coltivare in forme nuove lo scambio dei doni e l’intreccio dei legami che ci uniscono nella Chiesa; “Anch’io mando voi” indica il primo passo da compiere: curare la formazione del Popolo di Dio alla sinodalità missionaria. Pressoché ogni paragrafo è stato votato quasi all’unanimità dai 355 presenti, a parte alcuni che hanno sollevato una certa, ma comunque marginale, contrarietà.

Quello con più voti contrati (97) è dedicato al ruolo delle donne nella Chiesa, in cui si afferma che «Non ci sono ragioni che impediscano alle donne di assumere ruoli di guida nella Chiesa: non si potrà fermare quello che viene dallo Spirito Santo. Anche la questione dell’accesso delle donne al ministero diaconale resta aperta. Occorre proseguire il discernimento a riguardo». Seguono il paragrafo sul ruolo delle conferenze episcopali (45 contrari), che specifica «il vincolo ecclesiale che le decisioni prese da una conferenza episcopale generano, rispetto alla propria diocesi, per ciascun vescovo che ha partecipato a quelle stesse decisioni»; quello sulle assemblee eucaristiche e sinodali (43), che ha l’obiettivo di «rendere le celebrazioni liturgiche più espressive della sinodalità»; quello sulla formazione dei sacerdoti (40), che prevede che «i percorsi di discernimento e formazione dei candidati al ministero ordinato siano configurati in stile sinodale», prevedendo tra l’altro una significativa presenza di figure femminili e un inserimento nella vita quotidiana delle comunità.

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