Nella diocesi di Belluno Feltre ci si sta interrogando su come scoraggiare questa scelta tra i fedeli.
Nella diocesi di Belluno Feltre ci si sta interrogando su come scoraggiare questa scelta tra i fedeli.
«Come scoraggiare la pratica della dispersione delle ceneri» dei defunti è una delle questioni che è emersa durante la riunione della settimana scorsa del consiglio presbiterale della diocesi di Belluno Feltre. Tra le riflessioni relative alla celebrazione delle esequie, riguardanti ad esempio il «modo di vivere, magari senza la presenza del presbitero, l’accoglienza dell’urna cineraria in caso di cremazione», c’è dunque il problema di come affrontare una scelta che si sta consolidando. «C’è in gioco molto, a livello di cura pastorale da parte della comunità cristiana e di attenzione profonda alla ritualità in un momento così delicato che tocca il vissuto delle famiglie in lutto e delle comunità stesse. Si sente anche la necessità di scelte e prassi maggiormente comuni e unitarie. La discussione andrà ulteriormente approfondita, in un tempo disteso, al fine di arrivare a delle linee più condivise», si legge nel comunicato diocesano.
Come riporta il Dolomiti, la pratica di disperdere le ceneri dei defunti in natura dopo la loro cremazione è in crescita. Lo confermano diverse case funerarie del territorio bellunese, dal territorio principalmente montuoso. La posizione della Chiesa è assolutamente contraria, mentre la legge italiana lo permette, ma non in qualsiasi luogo all’aperto, anche se privato. Ci sono limitazioni ben precise; in montagna, ad esempio, va effettuata in una zona ameno a duecento metri di distanza dalle abitazioni. Negli ultimi anni, la richiesta è dunque sempre più importante e ha anche a che fare con la tendenza che vede la scelta della cremazione in forte aumento: nel 2023, ha superato il 38% di incidenza sul totale delle pratiche funebri.
Don Davide Fiocco, prete della diocesi di Belluno-Feltre, commenta: «per il cristiano la morte non ci separa dalla comunione ecclesiale e il cimitero in qualche modo è segno spirituale che unisce i suoi figli nella vita terrena e in quella eterna». Inoltre, la dispersione delle ceneri «potrebbe essere espressione di una religiosità naturalista, che quasi vuole naufragare in un’anonima fusione con un dio cosmico e impersonale». Interrogarsi sulle modalità per scoraggiare tra i fedeli tale pratica vuol dire evitare “ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista”, visioni che non si conciliano con la visione cristiana della morte e della resurrezione della carne.
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