Le donne delle minoranze cristiane sono tra le più esposte alle persecuzioni

Il rapporto “Ascolta le sue grida” di Aiuto alla Chiesa che Soffre racconta rapimenti, conversioni forzate e violenze sessuali ai loro danni.

«Sono stata torturata e violentata. I miei aguzzini hanno filmato le sevizie infertemi e mi hanno ricattata minacciando di diffondere il video. Sono quindi stata costretta a firmare un documento in cui dichiaravo di essermi convertita e di aver sposato il mio rapitore. Se avessi rifiutato di farlo, avrebbero ucciso i miei familiari».

Sono drammatiche queste parole della giovanissima cristiana pachistana Maira Shahbaz, presenti nella prefazione che lei ha scritto per il rapporto Ascolta le sue grida. Rapimenti, conversioni forzate e violenze sessuali ai danni di donne e bambine cristiane di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Questo documento contiene centinaia di denunce e segnalazioni giunte alla fondazione direttamente da membri di chiese locali e contatti degni di fiducia presenti in Egitto, Iraq, Mozambico, Nigeria, Pakistan e Siria. Vi si raccontano storie di bambine, ragazze e giovani donne appartenenti a famiglie cristiane costrette a diventare schiave sessuali e a convertirsi a un’altra religione, spesso dietro minaccia di morte.

Come riporta Tempi, in Pakistan il settanta per cento delle donne, anche minori, obbligate alla conversione e al matrimonio è di fede cristiana. In Nigeria, hanno questo credo il novanta per cento delle detenute dagli estremisti islamici di Boko Haram, per i quali le loro gravidanze sono un mezzo per assicurarsi una nuova generazione di jihadisti. In Mozambico, il gruppo islamista Ansar Al-Sunna continua a sequestrare cristiane per sposarle o abusarne sessualmente (e i loro figli per farli combattere nelle proprie fila). In Iraq e in Siria, le donne e le bambine cristiane e yazide schiave di Daesh si possono acquistare secondo uno sconvolgente listino prezzi. In Egitto, si è scoperto che esiste un sistema organizzato per il rapimento di ragazze copte, poi consegnate a gruppi salafiti che le portano alla conversione all’islam.

In generale, dallo studio emerge che, tra tutte le appartenenti alle minoranze religiose, quelle cristiane sono tra le più esposte alle persecuzioni e alle violenze, in particolare nelle zone di conflitto, dove gli aguzzini cercano di non dare un futuro al loro gruppo religioso, e con un aggravio dovuto alla pandemia. Il problema, però, è sicuramente più ampio, perché la pressione sociale, la paura di gettare un’onta sulla propria famiglia, la minaccia di ritorsioni da parte di rapitori e complici, la resistenza da parte dei tribunali e delle forze di polizia a fare giustizia sono fattori che rendono difficile fare piena luce sul fenomeno.