È successo in Camerun e in Nigeria: tra odio e miseria, le violenze contro la Chiesa non si fermano.
È successo in Camerun e in Nigeria: tra odio e miseria, le violenze contro la Chiesa non si fermano.
Il padre cappuccino Toussaint Zoumaldé stava ritornando nella sua fraternità di Mbaibokoum in Ciad dopo essersi recato nella diocesi di Bouar, nella parte occidentale del Centrafrica (della quale era originario), per animare un corso di formazione per i sacerdoti locali. Passando per il Camerun, nella notte tra il 19 e il 20 marzo, ignoti lo hanno assalito e ucciso a colpi di arma bianca a Ngaoundéré, dove si era fermato per riposare.
La sera del 13 marzo, don Clement Rapuluchukwu Ugwu, parroco della chiesa di San Marco a Obinofia Ndiuno nel sud della Nigeria, era stato prelevato con la forza dalla casa parrocchiale da alcuni banditi, che lo avrebbero ferito con un colpo di pistola. Il 20 marzo, il suo corpo è stato trovato in stato di decomposizione nella foresta, nelle vicinanze del luogo del rapimento.
In una sola giornata, due tragiche notizie, riportate dall’Agenzia Fides, colpiscono la Chiesa, che non finisce di mai di contare i propri sacerdoti uccisi. Mons. Callistus Onaga, vescovo di Enugu in Nigeria, ha denunciato la serie di violenti omicidii e ha invitato i cristiani a intensificare le preghiere per la salvezza del Paese. Inoltre, ha sottolineato come, nonostante le sue persistenti denunce alla polizia, questa non si stavano realmente dando da fare, in quanto i rapitori continuavano a prelevare dal conto del sacerdote attraverso la carta bancomat e il ritrovamento è avvenuto a soli venti chilometri da casa sua.
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