Due adolescenti su tre hanno usato l’IA generativa: l’AGeSC chiede ai docenti di far conoscere rischi e opportunità del mezzo.
Due adolescenti su tre hanno usato l’IA generativa: l’AGeSC chiede ai docenti di far conoscere rischi e opportunità del mezzo.
Secondo una recente indagine, due adolescenti su tre hanno sperimentato tecnologie basate sull’intelligenza artificiale cosiddetta generativa (come ad esempio Chat GPT), la quale è in grado di creare autonomamente online contenuti di ogni genere, dai testi alle immagini, dagli audio ai video. La ricerca, che è stata condotta dal progetto Safer Internet Centre – Generazioni Connesse coordinato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha coinvolto 2.315 ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Un articolo dell’AGeSC – Associazione Genitori Scuole Cattoliche riflette sul crescente utilizzo da parte dei giovani di questa tipologia di applicazioni, a cui non corrisponde altrettanta conoscenza del mezzo. Infatti, solo una minoranza di essi sa spiegare come funzionano, considerato anche che fino a poco tempo fa erano argomento per specialisti. L’uso dell’intelligenza artificiale (IA) è sicuramente una competenza chiave in prospettiva futura, considerando le straordinarie possibilità che già offre e che ancora di più offrirà negli anni a venire, ma è fondamentale far comprendere come gestire al meglio questa risorsa.
In questo, la scuola gioca un ruolo importante. L’IA è già entrata nel sistema educativo, visto che viene usata dagli studenti per accorciare i tempi di qualche compito, ad esempio per fare riassunti o scrivere un testo. Di scorciatoie ce ne sono sempre state, basti pensare ai famosi Bignami che fornivano sintesi utili in vista di interrogazioni o verifiche in classe. Però, l’intelligenza artificiale nasconde dei pericoli di cui i giovani tengono poco conto. È uno strumento così potente che, grazie a sofisticati algoritmi, dà l’idea di poter sostituire completamente l’uso del nostro intelletto.
Dunque, l’apporto dei docenti è fondamentale. Nell’indagine curata da Generazioni Connesse, infatti, si legge anche che ben sette adolescenti su dieci, tra coloro che hanno dichiarato di aver approfondito i pericoli di internet, dicono di aver appreso le nozioni più utili soprattutto dai professori. Il passaggio da fare adesso, afferma l’AGeSC, è estendere questo metodo educativo ai pericoli dell’IA, partendo sempre dalla centralità della persona al cui servizio si pongono i progressi della tecnologia.
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