La scuola che insegna il perdono e la riconciliazione

Nato in un contesto di violenza in Colombia, il progetto Espere propone alle comunità un percorso per risanare le ferite.

Nella favela della parrocchia Nossa Senhora da Consolata a Rio de Janeiro i conflitti e i maltrattamenti sono purtroppo all’ordine del giorno. Così, nel 2003 padre Albino Brás, che da sei anni operava in quel territorio, decise di partecipare a un corso della scuola di perdono e riconciliazione Espere (Escuelas de perdón y reconciliación), fondata in Colombia da padre Leonel Narváez Gómez e poi diffusasi in diverse parti del mondo. Questo percorso educativo, basato su una metodologia pedagogica esperienziale e ludica, è stato pensato per dare una mano agli individui colpiti da vari tipi di violenza a identificare e alleviare le ferite e ritrovare la fiducia, ristabilendo legami sani con sé e la propria comunità.

Come racconta la rivista Missioni Consolata, padre Albino frequenta le lezioni e apprende una serie di strumenti per rendere concreta tra la sua gente la «convinzione che quella della risoluzione dei conflitti e della giustizia riparativa è una strada prioritaria di umanizzazione e missione». Grazie a Espere e alla cultura del perdono che promuove, e che si contrappone al tradizionale potere giudiziario perlopiù punitivo, ha appreso processi e metodi per rendere possibile il perdono, sempre invocato ma poco spiegato nella pratica. Subito dopo il corso, porta il percorso educativo all’interno della sua parrocchia dove non tardano i frutti, ovvero trasformazioni a livello personale, comunitario e sociale.

Il sacerdote trova il metodo talmente valido che, quando due anni dopo si trasferisce in Portogallo, se ne fa promotore. Nel bairro do Zambujal del comune di Amadora, un sobborgo nell’area metropolitana di Lisbona dove stava svolgendo la sua missione, decide di proporre il corso. Riunisce dunque un’équipe, che viene formata, traduce i materiali e programma gli incontri. La sfida è stata impegnativa da realizzare, perché il quartiere periferico in cui è stata affrontata è abitato principalmente da africani e zingari, con molte tensioni tra loro.

Padre Albino è stato così il primo a promuovere il progetto Espere in Portogallo, aiutando il processo di perdono e riconciliazione di tanti migranti. Queste persone, spesso fuggite da guerre e persecuzioni politiche e religiose, hanno bisogno di liberarsi e guarire dalle loro ferite aperte, dai rancori, dall’odio. Il metodo, sebbene sia nato in un contesto di frontiera della violenza come quello della Colombia, è utile in qualsiasi situazione caratterizzata da tensioni, anche nella famiglia o sul lavoro, anche in Europa. Infatti, la crescente rete internazionale delle scuole è arrivata a comprendere diciannove paesi.

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