Le ore di volontariato per lo svolgimento di attività possono rientrare tra le spese sostenute dall’ente del Terzo settore.
Le ore di volontariato per lo svolgimento di attività possono rientrare tra le spese sostenute dall’ente del Terzo settore.
Il Codice del Terzo Settore permette agli enti del Terzo settore (Ets) di dare un valore monetario al tempo e alle competenze dei volontari che vengono impiegati nelle attività. Tali costi sono figurativi, visto che queste persone non possono ricevere alcuna retribuzione data la gratuità delle loro prestazioni, ma possono incidere sul bilancio dell’organizzazione, oltre a rendere esplicito il peso economico del volontariato. Infatti, essi possono concorrere alla determinazione delle spese sostenute dall’ente, con un conseguente aumento dell’ammontare totale su cui calcolare il rapporto tra le entrate da attività diverse rispetto a quelle di interesse generale e le spese complessive (le attività diverse possono essere svolte dagli Ets entro il limite del 30% delle entrate complessive oppure del 66% del totale dei costi sostenuti). Quindi, questa operazione può essere determinante per rimanere iscritti al Registro Unico del Terzo Settore (Runts).
Su Terzjus vengono proposte alcune indicazioni per fare una stima economica delle attività dei propri volontari. Per una corretta valorizzazione, occorre considerare la retribuzione oraria lorda prevista dai CCNL più rappresentativi per le qualifiche lavorative corrispondenti alle attività e moltiplicarla per le ore di volontariato risultanti dal Registro volontari. Se ci sono diverse tipologie di volontari che svolgono mansioni differenti, dunque, serve individuarle e suddividerle in categorie omogenee, così da applicare a ognuna di esse il livello retributivo specifico. Il totale di questi valori forma il costo figurativo, da considerare a tutti gli effetti come una spesa dell’ente.
Un approccio simile è quello del cosiddetto costo di sostituzione. Questa procedura prevede l’attribuzione alle ore di volontariato della retribuzione che sarebbe da corrispondere a un lavoratore per la stessa attività. Essa è particolarmente utile per realtà come le organizzazioni di volontariato (Odv), le quali possono ricevere il rimborso solamente dei costi documentati per lo svolgimento delle proprie attività, devono considerare attività diversa tutte quelle svolte dietro corrispettivo e devono dimostrare di avvalersi in via prevalente dell’apporto volontario dei propri associati e non di lavoratori retribuiti.
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